Ventuno opere d’arte vendute a 200.000, quando il valore stimato sarebbe stato di poche migliaia di euro, a donne “fragili”. E’ con questa accusa che sette venditori, tra cui i rappresentanti legali di alcune società bresciane, sono stati indagati dalla Procura di Torino.
Stando a quanto si apprende, i soggetti facenti capo alle società finite nei guai proponevano porta a porta le opere d’arte (quadri astratti e sculture di artisti contemporanei non molto noti) e chiedevano agli acquirenti prezzi anche decuplicati rispetto al reale valore di mercato (secondo quanto stimato da un consulente della Procura), ma con la “promessa” di realizzare un affare.
Le presunte vittime, da cui sono partite le indagini, sarebbero una 50enne “vulnerabile” (che aveva già versato 100mila euro, mentre altri 100mila sono stati bloccati dalla Procura torinese) e una 80enne, nel frattempo è deceduta, che aveva già versato 100mila euro.
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