Per la prima volta è stato certificato il passaggio del virus H5N1, noto al grande pubblico come “influenza aviaria”, ad animali non selvatici: cinque cani e un gatto che vivono in un allevamento bresciano.
La notizia è ufficiale dallo scorso 4 luglio, quando il Ministero della Salute ha trasmesso una nota a diversi enti per informarli che “è stata recentemente accertata la sieroconversione di cinque cani e un gatto presenti in un allevamento avicolo rurale in provincia di Brescia sede di un focolaio di H5N1″.
Il virus, come noto, si trasmette soprattutto tra volatili e il primo vettore di contagio sono oggi i gabbiani (negli scorsi mesi ne sono stati trovati morti a centinaia sul lago di Garda). Ma le analisi di Ats confermano il passaggio ai mammiferi (che già era stato riscontrato in alcune volpi selvatiche), con un aumento del rischio zoonotico (cioè di trasferirsi all’uomo)”.
Va comunque precisato che non è detto che gli animali siano malati, né contagiati. L’unica certezza è che sono entrati in contatto con il virus e hanno avuto una risposta anticorpale.
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