Ue, Tajani “Impossibile qualsiasi accordo con Afd e Le Pen”. Lega “Non è il momento dei diktat”
ROMA (ITALPRESS) – “Unione di tutte le destre in Europa? Per noi è impossibile fare qualsiasi accordo con Alternative für Deutschlan e con il partito della signora Le Pen, escludo la possibilità di firmare, a nome di Forza Italia, qualsiasi accordo che preveda anche la firma di Le Pen e Alternative für Deutschland”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ospite di “Agorà estate”, Rai Tre. Sul futuro di Forza Italia il coordinatore nazionale del partito ha aggiunto: “il futuro è di una grande forza moderata che occupa il centro della politica italiana visto che il Pd si sta sempre più spostando a sinistra”.
In una nota gli europarlamentari della Lega Marzo Zanni (presidente gruppo Id) e Marco Campomenosi (capo delegazione Lega al Parlamento Europeo), replicano alle dichiarazioni di Antonio Tajani sulle alleanze europee: “Davvero l’amico Tajani preferisce continuare a governare con Pd, socialisti e Macron? La Lega lavora per cambiare la maggioranza in Europa e dare vita, finalmente, a un progetto di centrodestra unito, capace di dare risposte concrete ai cittadini dopo anni di mal governo delle sinistre. Non è il momento dei diktat, né di decidere a priori chi escludere dal progetto di centrodestra europeo, tanto più se questo arriva da chi fino a oggi è stato a braccetto di Pd e socialisti in Ue. Chiediamo più rispetto per i colleghi del gruppo Id: è proprio grazie ai voti dei nostri alleati francesi del RN e tedeschi di AfD se, insieme al Ppe, siamo riusciti a respingere l’ultima eurofollia green non più tardi della scorsa settimana. Ci rifiutiamo di pensare che qualcuno che si definisce ‘di centrodestra’ possa preferire Macron e le sinistre alla Le Pen. Il percorso indicato da Matteo Salvini è l’unica alternativa possibile: altrimenti, forse qualcuno nel Ppe vuole illudere gli elettori fingendo di cercare un’altra strada ma, di fatto, continua a scegliere di governare un continente secondo l’agenda dettata da sinistre illiberali, nemiche di industria e lavoro, che fomentano le piazze in Francia e in Belgio”.
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