Fa discutere la presa di posizione di don Marco Mori sul settimanale diocesano La Voce del popolo. Il sacerdote – in un intervento che non manca di ironia e che potete leggere qui – sottolinea infatti di essersi trovato durante un funerale in una coda di ben sette carri funebri e che uno di questi era una costosa Rolls Royce (celeberrima marca inglese extralusso).
Don Mori evidenzia quindi come diverse persone si siano avvicinate al carro per osservarne le meraviglie (“la stravagante doratura, le portiere che si aprono a specchio, le finiture in pelle, con qualcuno che si azzarda a chiedere il prezzo del noleggio”). E precisa: “A me non sfugge, in questa novella danza macabra, che il povero defunto in questione è da solo, l’unico da solo dei sette”. Quindi la conclusione: “Non conosco le motivazioni e quindi non esprimo giudizio, probabile sia solo un caso. Una preghiera, però, non a caso, mi sgorga dal cuore. Non solo per lui, ma anche per me: quando verrà il mio turno, portatemi pure in carriola, ma qualcuno mi porti”.
Ulteriori dettagli non sono conosciuti. Ma è noto invece – le cronache giornalistiche ne hanno parlato nel 2020 – che le onoranze funebri Mombelli di Chiari, unica agenzia bresciana e forse italiana, hanno acquistato un carro funebre Ghoster, realizzato su telaio di una Quattroporte Limousine Rolls Royce dall’azienda specializzata Biemme Special Cars. Un mezzo con motore V12 Twin-Turbo da 6.6 litri e ben 593 cavalli, con interni in radica e rivestimenti in pelle.
Una scelta riservata a pochi ricchi? Pare di no. Nel 2020, infatti, il titolare dell’agenzia teneva a sottolinea che “La Ghoster è quella che noi chiamiamo la nostra prima auto ed è utilizzata con precedenza sulle altre, senza differenza tra le persone per non creare disuguaglianze”.
