Nuovo colpo di scena in Acque Bresciane, dopo le dimissioni del presidente Gianluca Delbarba (30 marzo) e della maggioranza del Cda (6-18 aprile). Ieri, infatti, si è tenuta una nuova riunione “decisiva” per decidere il futuro della società che gestisce il ciclo idrico nella maggioranza dei Comuni bresciani e che è chiamata ad approvare il progetto del nuovo depuratore del lago di Garda (Montichiari-Gavardo). Un appuntamento in cui – a sorpresa – ad affermarsi (non raggiungendo il quorum, ma quasi doppiando l’altra lista) non è stato l’elenco della Provincia e dei partiti, bensì quello dei Comuni “ribelli”.
In Consiglio, come noto, i posti disponibili sono cinque. Le candidature arrivate sono 23 e il Comitato di indirizzo – che lunedì non era stato in grado di esprimersi per i troppi assenti – ha ratificato due liste. Da una parte quella dei partiti, sostenuta dal presidente del Broletto Emanuele Moraschini, che è composta da Mario Bocchio (Fi), Enrico Mattinzoli (Fdi), Cristina Tedaldi (Pd), Patrizia Belli (Terzo Polo) e Gabriele Zanni (Pd). Dall’altra quella – al momento vincente – dei “ribelli” (o “del territorio”), in cui cambiano due nomi su cinque. L’elenco, infatti, comprende Bocchio, Tedaldi, Belli, ma non Zanni e Belli, sostituiti dal leghista rovatese Pierluigi Toscani e da Pier Luigi Mottinelli, segretario dem della Valcamonica).
In assenza del quorum qualificato (ha partecipato il 63,16 degli aventi diritti, con 211.670 voti ponderati contro i 249.317 richiesti), non è scattato l’indirizzo all’assemblea, che oggi sarà chiamata ad eleggere il Consiglio. Ma le proporzioni sono chiare e per il momento della verità – salvo nuove sorprese – non bisognerà attendere ancora molto. Salvo nuove sorprese, a guidare la società sarà Bocchio.
Acque Bresciane, lo ricordiamo, è controllata da AoB2 Cogeme con il 79,10%, da Garda Uno con il 18,11%, da Provincia di Brescia con il 2,24% e da Sirmione Servizi con lo 0,55%.