E’ presto per parlare di giunta e il sindaco Laura Castelletti ha subito precisato di voler trovare la quadra senza accelerazioni inutili e rischiose. Ma il totonomi (che pesca soprattutto nell’elenco degli assessori uscenti e dei consiglieri più votati), come ovvio, è già partito.
La nuova squadra di governo partirà ovviamente dal vicesindaco designato, Federico Manzoni, che potrebbe ottenere ancora la Mobilità. Ed è difficile immagine che in giunta non entri anche Valter Muchetti (Sicurezza?), forte di ben 1.600 preferenze ottenute e per mesi i corsa come aspirante sindaco e vicesindaco. Ma gli altri? In pole, per il Pd, ci sono l’uscente Fabio Capra, Roberto Rossini, Roberto Cammarata e, sul fronte femminile, le preferenziatissime Anna Frattini (vicina alla corrente di Roberto Cammarata e proveniente da Brescia per passione) e Camilla Bianchi (coordinatrice della corrente Schlein a Brescia), senza dimenticare l’uscente Diletta Scaglia, che negli ultimi mesi ha retto il bilancio.
Troppi aspiranti (e nemmeno gli unici) per un solo partito, che pure ha rinunciato al candidato sindaco. Inoltre rimane aperta la questione della parità di genere, con l’obiettivo dichiarato di comporre una giunta in cui siedano almeno cinque donne. Una casella rosa – l’Urbanistica – potrebbe essere occupata nuovamente dall’uscente Michela Tiboni. Ma le altre?
A sinistra Marco Fenaroli avrebbe la strada spianata, se non ci fosse da sciogliere il nodo della presenza femminile in giunta. E lo stesso discorso vale per Alessandro Cantoni (civica Castelletti). Mentre Brescia Attiva può schierare la carta della votatissima Valentina Gastaldi. Da capire, anche, chi sarà l’assessore in quota Azione-Iv (ma i due partiti potrebbero chiedere altrettanti posti). Mentre non è scontato (ma nemmeno oggi escluso) il ritorno in giunta di Roberta Morelli, che con la sua Brescia 2030, che non ha superato l’1,38%.
In tutto, tolte le certezze Castelletti-Manzoni, ci sono da riempire otto caselle, oltre a quella del presidente del Consiglio comunale. E il Pd ne potrebbe chiedere almeno altre cinque. Insomma, come sempre capita in questi casi, i posti in apparenza non bastano ad accontentare tutti. Ma gli strumenti di compensazione a disposizione del sindaco di Brescia (a partire dalle nomine in enti e partecipate) non mancano…
