Si terrà dal 14 maggio al 10 giugno la prima edizione di Meandri: festival letterario e giovanile che approfondirà i temi della discriminazione di genere, partendo da punti di vista inediti e approfonditi.
La manifestazione, alla sua prima edizione, è il frutto della collaborazione tra il Circolo ARCI La Base e la rivista culturale Limina, con il supporto del Comune di Palazzolo sull’Oglio, della Commissione Pari Opportunità di Palazzolo sull’Oglio e di ARCI Brescia, che ha anche valorizzato il progetto palazzolese con la vittoria del primo premio nell’ambito del bando Culture Collettive.
Direttore artistico della manifestazione sarà Stefano Malosso, collaboratore editoriale e giornalista freelance specializzato in letteratura e cinema, già collaboratore, tra gli altri, di Linus, Doppiozero e SatisFiction, e che dal 2019 è direttore editoriale della rivista culturale Limina, nonché direttore artistico del festival letterario OltreConfine.
Tutti gli appuntamenti si terranno nella sede del Circolo ARCI La Base (via Cesare Costa, 4). Nello specifico, la prima ospite di Meandri sarà Elisa Cuter (domenica 14 maggio, ore 19), dottoranda e assistente di ricerca alla Filmuniversität Konrad Wolf di Babelsberg, nonché Editor del Tascabile, che si è occupata di critica cinematografica e questioni di genere per diverse testate e che a Palazzolo presenterà il suo saggio Ripartire dal desiderio (Minimum Fax, 2020), dove tratterà di sessualità.
A seguire, sarà la volta di Jennifer Guerra (domenica 4 giugno, ore 19), scrittrice e giornalista, nonché già redattrice a The Vision (per cui ha curato anche il podcast a tema femminista AntiCorpi) che qui presenterà il suo libro Il corpo elettrico (Edizioni Tlon, 2020): un’analisi del potere o meno del corpo rispetto alla vastità e alla pervasività del potere esterno (politico, sociale e così via).
Infine, Meandri si chiuderà ospitando Amy Appiani & Sara Deonn (sabato 10 giugno, ore 21.30) del Collettivo L’Altrosessuale che rifletteranno su come sia possibile liberare le donne dallo sguardo maschile che le ha rese a lungo oggetti passivi, anche attraverso l’utilizzo di differenti forme artistiche e mediatiche.