▼ Elezioni Brescia, Rolfi: il primo atto da sindaco? Uno studio sulla salute dei bresciani | L’INTERVISTA

Continuità a rischio? "Di sicuro sarebbero in pericolo alcuni centri di potere rosso che si sono cristallizzati in questi trent'anni"

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Fabio Rolfi, foto da ufficio stampa

Sulla carta la sua non è una sfida facile. I bresciani – stando ai sondaggi, ma non solo – hanno un giudizio in prevalenza positivo dell’amministrazione uscente guidata da Emilio Del Bono e Laura Castelletti potrebbe sfruttare questo vantaggio. Ma il candidato del centrodestra Fabio Rolfi appare determinato a conquistare la Loggia.

L’abbiamo intervistato (qui la precedente intervista). (nota: a tutti i candidati abbiamo inviato le domande chiedendo di rispondere in forma scritta).

DOMANDA – Per quale motivo ritiene di poterla superare Castelletti alle urne?
RISPOSTA – Nessuna sfida è facile, in politica come nella vita, ma chi si candida a governare la Leonessa d’Italia non può avere questo tipo di timori. La nostra città ha una classe dirigente esterna alla politica che contribuisce alla buona amministrazione: imprenditori, associazioni di categoria, mondo del volontariato, scuole, mondo della formazione. È una città in cui si vive bene, ma dopo trent’anni con gli stessi amministratori è tempo di una nuova classe politica che porti idee, rapporti ed energie diverse. È il momento che i trentenni e i quarantenni bresciani facciano un passo in avanti. Non ho fatto esclusivamente una campagna elettorale contro qualcuno, ma propongo alle persone una Brescia che viaggi a velocità doppia, che riscopra l’orgoglio di pensare in grande. E sarà la strategia vincente.

D – Cosa salva dell’esperienza di Del Bono? Un pregio di Castelletti?
R – A Laura Castelletti riconosco la capacità di avere buone relazioni in città, soprattutto con un giornale. Questo contribuisce a rafforzare la sua immagine. Per quanto riguarda Del Bono, mi è spiaciuto leggere gli insulti che mi ha rivolto in queste settimane. Si è comportato più da ultrà che da ex sindaco. Io credo che chiunque amministri o si candidi ad amministrare lo faccia nell’interesse della città. Della sua esperienza salvo la buona ordinaria amministrazione e alcune intuizioni, come il piano di riqualificazione di via Milano o la giunta dei sindaci, che però non sono state portate a conclusione. Su tanti temi non ha dato la svolta che la città si sarebbe aspettata: ambiente, rigenerazione urbana, infrastrutture. Non c’è un’opera in particolare per la quale sarà ricordato.

D – Quali sono i tre temi (tre e solo tre) cardine su cui si giocano questa campagna elettorale e il futuro di Brescia?
R – Ambiente, sul quale la sinistra ha fatto solo slogan e non ha portato alcun risultato. Infatti mi chiedo come certi ambientalisti abbiano il coraggio di candidarsi ancora nel segno della continuità. Mobilità e traffico, tema su cui bisogna intervenire con il prolungamento della metropolitana per togliere decine di migliaia di auto ogni giorno dalle nostre strade. Sicurezza: le immagini di piazza Vittoria in balia di 1.500 ragazzini il giorno del 25 aprile sono difficili da dimenticare. Nelle ultime settimane abbiamo registrato un omicidio, uno stupro, le risse e i pestaggi ai danni dei ragazzini non si contano più. Bisogna avere il coraggio di affrontare il problema. Negarlo solo per non sporcarsi le mani in campagna elettorale è un danno per la città. Saranno questi i temi su cui si gioca il futuro di Brescia.

D -Quale sarà il primo atto rilevante che firmerà in caso di elezione a sindaco?
R – Voglio convocare a un tavolo con Ats e Università per predisporre una indagine epidemiologica quartiere per quartiere sullo stato di salute dei bresciani, visto l’alto tasso di inquinamento. E predisporre a stretto giro un piano per la maternità. Il mio obiettivo comunque è quello di essere ricordato come un sindaco che ha messo in cantiere tanti progetti senza riuscire a inaugurarli tutti. Brescia ha bisogno di visione lunga, quella che ha caratterizzato i sindaci del passato e che ha contribuito a cambiare il volto della nostra città.

D – Cosa risponde a chi, tra i suoi avversari, dice che con Rolfi sindaco si metterebbe in pericolo quanto di positivo fatto da Del Bono nell’ultimo decennio?
R – Di sicuro sarebbero in pericolo alcuni centri di potere rosso che si sono cristallizzati in questi trent’anni. Durante l’esperienza in Regione Lombardia ho amministrato un piano di sviluppo rurale da oltre un miliardo di euro, ho avuto relazioni con ambasciatori e rappresentanti di Stato, ho messo a terra alcune leggi di cui vado orgoglioso, come lo stop ai fanghi nei campi o il tracciamento dei gessi. Chiedo ai miei avversari quanti di loro possano vantare una esperienza amministrativa come la mia. Loro sono da trent’anni in Comune e non sono mai riusciti a farsi eleggere nemmeno in consiglio provinciale.

D – La sua è una campagna elettorale che guarda con particolare attenzione al cosiddetto elettorato moderato e cattolico. Su quali basi pensa di convincerli? Per quale motivo un moderato non dovrebbe votare Castelletti?
R- Noi abbiamo firmato una carta dei valori condivisa da tutta la coalizione. Siamo contrari alla deriva estremista che il Pd ha intrapreso con il segretario Schlein. La presa di posizione sull’utero in affitto fa rabbrividire. Noi nel programma mettiamo gli oratori al centro del nuovo patto educativo della città e promuoviamo politiche per la famiglia e per la natalità. Non abbiamo bisogno di evocare un vicesindaco cattolico per coprire le mancanze del candidato sindaco. Poi le persone sapranno scegliere al meglio la proposta che più le rappresenta.

D – Ritiene che la sfida si deciderà al balottaggio? In un eventuale ballottaggio, ritiene di poter conquistare anche parte dei voti dell’elettorato cinquestelle? Su che basi?
R – Fare previsioni è impossibile. Io ho la convinzione di vincere al primo turno. Dopo di che fatico a immaginare che un elettore dei 5 stelle possa votare un candidato sindaco che siede in Loggia da 32 anni e che è stata parte integrante delle disastrose politiche ambientali. Se Brescia ha lo stesso tasso di inquinamento delle città polacche in cui si estrae il carbone qualcuno deve pur prendersi le responsabilità. Dieci anni fa avevano promesso di cambiare l’aria. Hanno fallito.

D – Un suo pregio e un difetto che cercherà di migliorare se diventerà sindaco?
R – La capacità di ascoltare e la voglia di lavorare, qualità tipicamente bresciane. I difetti? Tanti, su questi bisogna sempre lavorare. Sono una persona che coltiva la ragione del dubbio e la convinzione dei propri limiti.

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