Musica, il 16 giugno esce “Sospeso” il nuovo album di Omar Pedrini

Nove canzoni e un'Ave Maria per lo Zio Rock dei bresciani

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Omar Pedrini, foto da Wikipedia, Di Cirimbillo - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27873520

Il cane sciolto del rock italiano è tornato: OMAR PEDRINI pubblicherà finalmente un nuovo album di inediti: sarà infatti disponibile in cd, vinile e su tutte le piattaforme digitali per Virgin Music LAS (Universal Music Italia) da venerdì 16 giugno “SOSPESO”.

Si tratta del diciottesimo disco di OMAR PEDRINI tra gli undici scritti per i Timoria e quelli solisti di cui “SOSPESO” è il settimo. Un lavoro prodotto col suo storico braccio destro Carlo Poddighe (anche coautore di alcuni brani) e suonato coralmente dalla ormai rodata Omar Pedrini Band, che conferisce al lavoro il sound di una solida rock ‘n roll band, con influenze sonore dal post punk – new wave al prog rock anni ‘70, un po’ Timoria, amato da sempre da Omar. “Nove canzoni e un’Ave Maria” le ha definite l’artista, in attesa di svelare la tracklist del disco.

Per volontà di OMAR PEDRINI il disco, che esce a sei anni di distanza dal precedente – “ormai faccio un disco ogni 6/7 anni, quando sento di avere qualcosa da dire di importante, intanto largo ai giovani” –  per la prima volta non ha alcun ospite. Da sempre, già dai Timoria, Omar apre i suoi dischi a numerosi colleghi, italiani e internazionali, ma stavolta il lavoro era talmente personale e sofferto che Omar ha deciso di dedicarcisi totalmente da solo.

“SOSPESO” è fatto di tanti luoghi diversi: scritto e registrato tra la sua tenuta Buen Retiro in Toscana, da buon rocker contadino come Omar ama definirsi, e il cuore storico della sua sempre amata Brescia, nonostante l’artista viva da 23 anni a Milano. Una Milano europea tornata di gran moda, è vero, ma impoverita dalle dolorose perdite recenti di intelligenze creative come i suoi cari amici Andrea Pinketts, Giovanni Gastel, Matteo Guarnaccia (ai quali il disco è idealmente dedicato) e quella meno recente di Tommaso Labranca che hanno lasciato un grande vuoto nella metropoli meneghina.

Il nuovo lavoro discografico nasce tra il periodo del Covid, che ha lasciato appunto il mondo col fiato sospeso, e il suo intenso vissuto tra la vita e la morte, affrontando solo negli ultimi due anni cinque interventi chirurgici di cui quattro cardiovascolari. Un disco quindi personale e profondo ma dove la voglia di lottare e di vivere emergono continuamente, testardamente. Dedicato alle nuove generazioni da un autore attento ai mali del mondo e da un uomo cinquantenne anarchico pacifista che da tempi non sospetti (ricorderemo il profetico “2020” pubblicato come grido per il pianeta già nel 1994) sogna un’umanità unita nella pace e nella giusta guerra all’inquinamento del pianeta e ai cambiamenti climatici.


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