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🔴 Depuratore del Garda, Fdi: nessuna urgenza, serve un nuovo progetto

Non ci sono urgenze, ma serve un nuovo progetto perché quello attuale è poco costoso e imposto dall’alto. E’ questo, in estrema sintesi, la presa di posizione di tre autorevoli esponenti di Fratelli d’Italia (il deputato Cristina Almici, il consigliere regionale Giorgio Bontempi e il consigliere provinciale Gianpaolo Natali), che di fatto mettono una tomba sull’attuale progetto del depuratore del Garda (Montichiari-Gavardo), a rischio dopo l’ultima seduta del Cda di Acque Bresciane.

IL COMUNICATO DI FRATELLI D’ITALIA

DEPURATORE DEL GARDA: FDI SERVE CHIAREZZA E RISPETTO PER I TERRITORI

Premettendo che tutti noi siamo favorevoli alla realizzazione del depuratore del Garda, opera assolutamente necessaria, non possiamo che esprimere stupore per le dichiarazioni che hanno fatto seguito alle dimissioni del presidente Delbarba e la non deliberazione di Acque bresciane circa la localizzazione del nuovo depuratore.

Dapprima si è giustificata l’urgenza dell’intervento con la “bomba ecologica” legata alla condizione delle condotte sublacuali, salvo il fatto che poi è emerso che le stesse sono in sicurezza, come dimostrato dagli interventi commissionati dalla stessa Acque bresciane. In seguito si è parlato di urgenza per “la salvaguardia delle acque del Lago di Garda”, come se la depurazione del Garda fosse quella diretta a trattare le acque dolci del lago e non, come invece è, quella delle acque fognarie dei comuni rivieraschi del Garda.

Infine si sostiene che il depuratore di Peschiera non è la “pattumiera del Garda”, dimenticandosi che tale impianto è per il 50% di proprietà dei veronesi e per il 50% dei bresciani e si confonde, inoltre, uno studio di fattibilità con un progetto vero e proprio.

Se è certo che la depurazione delle acque fognarie dei comuni rivieraschi del Garda serve, è altrettanto sicuro che nell’iter sono stati omessi dei passaggi obbligatori. La nomina del Commissario straordinario è stata una forzatura ingiustificata e la decisione deve ritornare ai territori ed alla Provincia come ente preposto a decidere in merito.

Altrettanto certo è il costo di tali opere, dall’ultimo studio quantificato in 220 milioni di euro. Ben 160 milioni di euro saranno a totale carico dei cittadini bresciani, visto che il contributo statale, ad oggi, è di 60 milioni di euro. Precisiamo che il costo dell’opera deve essere ancora aggiornato a seguito dell’incremento dei prezzi ed aumenterà almeno del 30% … Lasciamo a tutti trarre direttamente le conclusioni su quale sarà il prezzo pagato dai bresciani…

In conclusione, non per importanza, bisogna prendere in considerazione lo stato di salute del Chiese, per il quale la Regione Lombardia ha stanziato 120.000 di euro.

Per tutti questi motivi e per evitare un ingiustificato spreco di risorse pubbliche, stante l’assenza della “bomba ecologica”, pensiamo sia giunto il momento di una riflessione adeguata ed approfondita per avviare poi il nuovo progetto.

On. Cristina Almici
Cons. Reg. Giorgio Bontempi
Cons. Prov. Gianpaolo Natali

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Redazione BsNews.it

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