
Il Consiglio dei ministri per il momento non c’è. Ma probabilmente ci sarà. Il nuovo procedimento penale per la Strage del 28 maggio 1974 infiamma gli animi del confronto per la mancata costituzione come parte civile dell’organismo guidato da Giorgia Meloni, un’assenza che – stando alle ultime informazioni – sarebbe stata giustificata semplicemente da un difetto di notifica.
A esprimere per primo il proprio rammarico è stato intorno a mezzogiorno il sindaco Emilio Del Bono. “Il fatto che la presidenza del Consiglio dei Ministri non si sia costituita parte civile nel nuovo processo sulla strage di piazza della Loggia è un pessimo segnale – ha detto – Non comprendo le ragioni per cui si sia arrivati a questa decisione che è sbagliata e politicamente inopportuna. La strage di piazza della Loggia è una ferita ancora aperta per la nostra città, i bresciani meritano che le Istituzioni siano al loro fianco nel chiedere verità e giustizia, come sta facendo il Comune di Brescia, che infatti si è costituito parte civile, assieme alle famiglie delle vittime e alle sigle sindacali presenti in piazza il 28 maggio del 1974. La scelta della presidenza del Consiglio dei Ministri – conclude il sindaco – ci riempie di amarezza”.
Ma il governo, a stretto giro, ha chiarito la propria posizione, annunciando l’intenzione di costituirsi parte civile. Il sottosegretario Alfredo Mantovano, infatti, ha spiegato che la Presidenza del Consiglio “non ha ricevuto nessun avviso riguardante la fissazione dell’udienza preliminare del processo a carico di Roberto Zorzi e Marco Toffaloni” e aggiunto di aver dato mandato all’Avvocatura dello Stato di chiedere “al Gup di Brescia la rimessione in termini ai fini della costituzione di parte civile”.