L’influenza aviaria si sta diffondendo a macchia d’olio sul lago di Garda (i casi di gabbiani morti ora riguardano anche Trentino e Veneto), sulla zona della Valtenesi e sul Mincio. E il timore di forti ripercussioni economiche è grande: sia per la possibilità di contagio negli allevamenti, sia per l’imminente ripresa della stagione turistica.
La buona notizia, però, è che rallentano i ritrovamenti di volatili morti a causa del ceppo H5N1 sul Basso Garda (Desenzano, Padenghe, Manerba, San Felice). Inoltre, secondo gli accertamenti dello Zooprofilattico, al momento non risultano casi di uccelli di altre specie uccisi dal virus.
Il rischio principale – considerata la scarsa trasmissibilità all’uomo – è quello che l’aviaria raggiunta i numerosi allevamenti avicoli della Bassa bresciana.