Pubblichiamo di seguito la lettera inviata alla nostra redazione da alcuni amici e conoscenti in ricordo del professor Fabrizio Zanni, designer e docente scomparso a fine gennaio a causa di un malore mentre si trovava nell’abitazione di Sale Marasino.
Caro Fabrizio,
ci siamo sentiti il giorno prima di natale tutti insieme e malgrado il nostro gruppo di lavoro di cui tu eri l’indiscussa guida quest’anno non abbia avuto l’occasione di lavorare insieme è forte il sentimento che ci unisce.
In questi giorni ti pensavo perché stavo trascrivendo delle frasi dai tuoi libri al fine di aiutare gli studenti a meglio comprendere la complessità della materia architettonica che tu con tanta apertura mentale affrontavi ogni giorno anche nel quotidiano delle tue riflessioni che non mancavi di condividere con noi mandandoci qualche ironica immagine wap zap.
Ci hai colto tutti di sorpresa, ma di sorpresa sei stato colto di sicuro anche tu, visto che accennavi al fatto di voler implementare il sito internet da te promosso alcuni anni fa intorno ai temi dell’ibridazione urbana.
Della tua gentilezza gli studenti si ricorderanno con piacere e non scorderanno i tuoi vitali schizzi architettonici che generavano in loro e in noi il dubbio rigeneratore fondamentale nella progettazione. E’ stato bello procedere con te negli anni del tuo insegnamento al Politecnico.
Della tua bellissima persona hanno detto cose meravigliose, del tuo mite parlare delle tue delicate ragioni, della tua umanità, della tua lealtà, ti hanno definito come l’interprete di un intelligenza libera e acuta, coltissimo e per ciò consapevole dei limiti della nostra conoscenza, caratterizzato da un’innata eleganza esistenziale e da una creatività esoterica.
I giornali anno parlato della tua morte in solitudine, sappiamo che vivevi solo, solo si, ma non abbandonato, ed è per questo che cogliamo l’occasione del tuo compleanno per rialzare i nostri cuori in questi tempi complessi e speriamo che questo nostro pensiero ti possa fare piacere.
Da i tuoi colleghi, dai tuoi cugini, da chi condivideva con te il caffè guardando il lago e da chi ti stava vicino nel quotidiano, da tutti noi con affetto.
Lettera firmata (Lara Magnati)