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Treni a idrogeno, Cominelli (Pd): sono più lenti dei diesel, servizio a rischio peggioramento

“Un progetto innovativo solo sulla carta, che rischia di trasformarsi in un oneroso fallimento”. Così il consigliere regionale dem Miriam Cominelli bolla il progetto (da 330 milioni di investimento, più 13 all’anno di gestione) di Regione e Trenord sui treni a idrogeno lungo la Brescia-Iseo-Edolo, parlando di un possibile peggioramento del servizio per i pendolari a causa del fatto che “i nuovi treni a idrogeno saranno più lenti e più lunghi degli attuali a diesel e con la loro introduzione si andrà inevitabilmente incontro a maggiori tempi di attesa e a problemi logistici di accessibilità, legati al fatto che le banchine delle stazioni sono troppo corte”.

IL COMUNICATO STAMPA INTEGRALE

L’introduzione dei treni a Idrogeno sulla linea ferroviaria Brescia Iseo Edolo non deve bloccare il potenziamento del servizio suburbano, un progetto molto sentito sul territorio, a cui gli Enti locali lavorano da anni.
Nei giorni scorsi, il Comune di Brescia ha inviato un appello a mezzo stampa affinché la Regione garantisca l’impegno preso con la nostra città, oggi ho inoltrato un’interrogazione all’assessore competente, Claudia Terzi, per avere risposte chiare. Il potenziamento della tratta Brescia Iseo Edolo, siglato con il piano Lombardia di Maroni, risulta ancora in essere, ma viene di fatto messo in discussione nella delibera del 14 novembre che approva lo sviluppo dell’hydrogen valley.
Nel piano si prevedevano maggiori frequenze e una maggiore interconnessione con la città, facendo diventare la linea, nella sua parte finale, strategica per l’accesso ad Ovest della città, con un passaggio dei convogli ogni 15 minuti.
In realtà, i nuovi treni a idrogeno saranno più lenti e più lunghi degli attuali a diesel e con la loro introduzione si andrà inevitabilmente incontro a maggiori tempi di attesa e a problemi logistici di accessibilità, legati al fatto che le banchine delle stazioni sono troppo corte.
Un progetto innovativo solo sulla carta, quindi, che rischia di trasformarsi in un oneroso fallimento. Alle spese di realizzazione dell’opera, stimati in oltre 330 milioni di euro, si devono aggiungere i costi di funzionamento per i quali Regione dovrà riconoscere a Trenord circa 13 milioni in più all’anno (passando dagli attuali tre a 16). Perché spendere tutti questi soldi per avere un servizio peggiore?
L’assessore Terzi deve spiegare ai bresciani se sono state valutate con attenzione tutte le criticità emerse nella stesura del progetto che sembra non perseguire i fini auspicati in tema di efficienza, velocità, economicità e sostenibilità ambientale. Vogliamo sapere se non ritiene opportune ulteriori valutazioni, vagliando soluzioni che possano meglio interpretare uno studio di energia alternativa che sia realmente efficace.
Un altro tema importante è il coinvolgimento degli Enti, che finora non sono stati coinvolti o ascoltati, così come non è stato verificato con il sistema delle Agenzie del Tpl se ci sia la possibilità di reperire nuove risorse, al fine di scongiurare che questa iniziativa sia vista semplicemente come una distrazione di preziose risorse correnti per un progetto inadeguato.
La mobilità ferroviaria lombarda necessità di attenzione e fondi per scongiurare un taglio alle corse e garantire un miglioramento della qualità del servizio, non possiamo accontentarci di un’operazione di facciata, utile solo a chi deve fare campagna elettorale e non certo ai cittadini.
Miriam Cominelli


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Redazione BsNews.it

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