di Paolo Pagani* – Siamo pronti, diceva in campagna elettorale. Pronti a togliere la possibilità a molte donne di andare in pensione. Pronti a tagliare l’adeguamento all’inflazione delle pensioni da 1.600 euro. Pronti, con quota 103, a favorire il pensionamento di pochi uomini con vita contributiva continua. Pronti a non mettere una lira per le pensioni di garanzia per i giovani. Pronti a colpire molti poveri, perché essere poveri è una colpa. Pronti a un taglio risibile del cuneo fiscale, per innalzare salari e stipendi, tra i più bassi d’Europa. Pronti a non finanziare la sanità pubblica, la medicina di territorio e a non fare nulla per ridurre le liste di attesa. Pronti alla sanatoria di milioni di cartelle esattoriali. Pronti a favorire il nero con il contante a 5.000 euro, con l’eliminazione dell’obbligo del Pos per pagamenti fino a 60 euro. Pronti a favorire partite Iva da 85.000 di reddito, che pagheranno la metà di tasse dei lavoratori dipendenti.
* segretario provinciale di Articolo UNO di Brescia
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