Brescia, Fdi intitola la sezione a Pino Rauti, Bazoli (Pd) all’attacco: vergognatevi |*AGGIORNATO

Il dem: "Descritto come un ecologista, grandi valori ideali, uomo di cultura. Nessun cenno al fatto che fu il fondatore di Ordine Nuovo, un centro studi da cui origino' un movimento politico di estrema destra che fu sciolto da Taviani nel 1973, in quanto organizzazione che minacciava la Repubblica"

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Almirante e Nencioni accolgono Rauti all'uscita di san Vittore dopo la scarcerazione il 24 aprile 1972, foto da Wikipedia, nessuna attribuzione

E’ polemica per la decisione di Fratelli d’Italia Brescia di intitolare un circolo “virtuale” (cioè senza sede fisica) a Pino Rauti, discussa figura dell’estrema destra che ha guidato anche il Msi e la Fiamma Tricolore. La cerimonia di inaugurazione si è tenuta giovedì 10 novembre (in un bar, dove il circolo non ha sede) alla presenza del neocoordinatore provinciale Diego Zarneri, del capogruppo in Loggia Mattia Margaroli e del coordinatore regionale dei giovani Paolo Inselvini.

“Il circolo – informa una nota di Fdi – è stato fortemente voluto dai militanti del movimento giovanile di FDI Gioventù Nazionale Brescia, e da tante altre persone che credono nei valori della Destra tradizionale. La scelta di intitolare il circolo a Pino Rauti è stata fatta per riaffermare con forza la continuità ideale della nostra comunità politica. II pensiero di Rauti, infatti, fra ecologismo, visione spirituale della vita, attivismo sociale, e grande dinamismo in campo culturale, può e deve essere riaffermato oggi di fronte alla crisi antropologica dell’occidente”.

Ma contro queste motivazioni si è schierato pubblicamente, a mezzo social, il deputato pd Alfredo Bazoli. “Ecco i riferimenti ideali di fratelli d’italia a Brescia. Pino Rauti – si legge –
Descritto come un ecologista, grandi valori ideali, uomo di cultura. Nessun cenno al fatto che fu il fondatore di Ordine Nuovo, un centro studi da cui origino’ un movimento politico di estrema destra che fu sciolto da Taviani nel 1973, in quanto organizzazione che minacciava la Repubblica. Nessun cenno al fatto che entrò, più o meno di sguincio, in quasi tutte le inchieste sulle stragi fasciste e sugli atti eversivi di estrema destra. Nessun rispetto per la sensibilità della nostra città, duramente colpita dall’eversione nera – conclude Bazoli – Vergogna, fratelli d’Italia bresciani, vergogna”.

Poche ore dopo è arrivata anche la presa di posizione di Sinistra italiana Brescia. “L’intitolazione del circolo cittadino di fratelli d’Italia a Pino Rauti – si legge in un comunicato del segretario cittadino Mattia Datteri – è un atto grave e allo stesso tempo chiarificatore. Qualcuno aveva creduto alla svolta “liberale”, ad una presunta identità moderata della destra arrivata al governo. Fratelli d’Italia ribadisce così i suoi riferimenti neo fascisti e la sua natura radicata nell’MSI. Storia e identità che rivendicano con forza, senza alcuna presa di distanza. In una città ferita dalla strage fascista di Piazza della Loggia, per la quale Rauti fu indagato, questo è uno sfregio. La scelta qualifica in modo chiaro una destra che cambia pelle ma continua ad essere sempre la stessa. Inguaribilmente nostalgica. A noi il compito di ribadire l’attualità e la necessità dei valori antifascisti su cui è costruita la nostra democrazia”.

“L’intitolazione di un circolo di Fratelli d’Italia a Pino Rauti dice molte cose – incalza Paolo Pafani (Articolo Uno) – Che l’ideologia è resuscitata come arma della politica. Che il culto spento ma eterno del fascismo si è insediato al vertice del senato. Che questo governo non è un normale governo di centrodestra, ma viene da un altro mondo per chiudere la stagione dell’antifascismo. Non ci sono altre spiegazioni, perché Rauti è stato un fascista per sempre . In basso si fanno queste cose che non sono folklore e farebbe bene tutti a non fare finta di niente. In alto si fanno decreti su emergenze inesistenti per far capire quali sono gli orizzonti di costoro. I democratici e i progressisti non devono abbassare la guardia e anche per questo sarebbe fondamentale un coordinamento delle opposizioni in parlamento per sradicare sul nascere questi rigurgiti, davvero pericolosi”.


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