Provincia, dopo il voto delle politiche si avvicina il possibile “ribaltone”
Formalmente il voto delle elezioni politiche non ha conseguenze sulla maggioranza di Palazzo Broletto. Ma in realtà la vittoria netta del centrodestra sembra avvicinare i tempi del cosiddetto “ribaltone” in Provincia.
Come noto, la Provincia è un ente di secondo livello (votano solo consiglieri comunali e sindaci, con peso diverso a seconda del numero di abitanti del paese) e il mandato del consiglio è sfalsato temporalmente rispetto a quello del presidente, eletto direttamente dai grandi elettori. Nell’ultima tornata centrodestra e centrosinistra hanno ottenuto otto consiglieri ciascuno, con il presidente Samuele Alghisi a fare la differenza. Ma il 31 ottobre il suo mandato scadrà.
Tecnicamente l’ente ha 90 giorni di tempo per tornare al voto (dunque fino a fine gennaio) e – anche se il centrodestra chiede di anticipare i tempi – la maggioranza sembra intenzionata a sfruttare tutto il tempo a disposizione nella convinzione che le ultime amministrative abbiano spostato l’asse dei Comuni verso gli avversari (che già nell’ultima tornata presero più voti assoluti).
Un’ulteriore incognita, poi, è data dal cosiddetto terzo polo, che alle politiche ha scelto la corsa in solitaria. Come noto il vicepresidente Guido Galperti (ex Pd) è uno dei riferimenti locali di Renzi e qualche esponente del centrodestra lo sta corteggiando anche per le elezioni comunali del 2023. Difficile che Galperti dica “Sì”, ma sul piatto ci potrebbe essere anche l’ipotesi di una sua presidenza in Broletto (nel 1999 arrivò al ballottaggio e fu sconfitto). Se così non dovesse essere, per il massimo incarico il centrodestra – visto l’esito delle ultime elezioni – potrebbe puntare su un esponente di Fratelli d’Italia (sempre che la candidatura per Loggia rimanga quella del leghista Fabio Rolfi).