Il Pd deve ascoltare i territori nel definire i candidati per il Parlamento e per la Regione. A dirlo, in una nota, è Pier Luigi Mottinelli, presidente del partito camuno ed ex presidente della Provincia di Brescia, che interviene così sulla questione delle imminenti elezioni.
“Le elezioni a settembre accelerano la riflessione sulle candidature”, spiega Mottinelli in una nota. “La classe dirigente di un partito presente in ogni territorio va promossa e salvaguardata – incalza – Non sempre avviene; nel mio caso, quando sono stato candidato alle Europee nel 2019, da un’indicazione unanime degli organi del Pd bresciano e regionale e mi sono ritrovato a concorrere con una candidatura paracadutata dalla Francia tramite Roma, che ha creato disorientamento e che a distanza di pochi anni, dopo essere stata anche messa in organismi nazionali del Partito, non appartiene nemmeno più al Pd”.
“Mi auguro che non accada più ad altri”, continua l’esponente del Pd, chiedendo innanzitutto che “il Partito Democratico valorizzi l’esperienza del sindaco Emilio Del Bono, che è stato collante della coalizione e che ha trasformato in questi anni la città, facendola diventare un modello nazionale, ma che è stato anche punto di riferimento nazionale tra i sindaci del Partito Democratico, come VicePresidente Anci”. Ed ora “la sua figura è senza dubbio tra le candidature più competitive, in grado di portare la sua competente esperienza a candidato come Presidente della Regione”.
Per quanto riguarda la Loggia, Mottinelli afferma invece di vedere “con estrema preoccupazione alcune notizie pubbliche, che raccontano la volontà di alcuni, dell’attuale maggioranza, di correre in autonomia, candidando proprie figure a sindaco, in vista delle amministrative” (il riferimento è evidentemente a Italia Viva, che ha affermato di voler correre da sola al primo turno per le comunali).
Sul fronte delle elezioni per il parlamento, invece, Mottinelli afferma che “il Partito, credo, debba individuare le candidature più rappresentative, su tutte quelle di Gian Antonio Girelli, fuori dagli schemi romani correntizi e debba, anche, fare uno sforzo per promuovere una classe dirigente nuova. Mi riferisco, ad esempio, al segretario provinciale Michele Zanardi, al presidente della direzione Gianluca Cominassi e alle tante donne che all’interno del Partito Democratico possono essere una risposta nella proposta di candidature con parità di genere”. Un breve elenco in cui non vengono citati gli uscenti (Marina Berlinghieri e Alfredo Bazoli), se non in un passaggio in cui si chiede che “ogni candido/a uscente, si sottoponga al giudizio sull’operato svolto”.
Infine Mottinelli se la prende con le “veline mandate ai giornali nei giorni scorsi” da alcuni esponenti Pd, definendole “una forma di disinformazione, non rispettosa degli organi del Partito, che si riuniranno per definire i candidati”. E ribadisce che “la Valle Camonica ed il resto del territorio reclamano a gran voce la propria rappresentanza, come espressione autentica di candidature proposte dai circoli e dalle zone”.
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