🔴 Troppo caldo, nei campi bresciani i meloni “scottano” e si sparge polvere per fare ombra

Il melone, spiega Giuseppe Cazzoletti imprenditore agricolo di Mairano (Bs), è una coltura che resiste bene al clima tropicale ma con questo caldo la pianta rallenta il ciclo vegetativo e il frutto si scotta internamente, nella parte al sole matura mentre resta verde nella parte appoggiata a terra e questo lo danneggia

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Il grande caldo sta ustionando frutta e verdura nei campi assediati dalla siccità. È quanto emerge da un monitoraggio di Coldiretti Lombardia mentre tutta la regione si appresta a vivere giorni torridi con le temperature minime e massime previste costantemente al di sopra delle medie di almeno 3-5 gradi e con punte vicine ai 40 gradi. 

In particolare – precisa Coldiretti Brescia – nel bresciano si segnalano casi di meloni scottati dal caldo con gli agricoltori che cercano di correre ai ripari ombreggiando i prodotti, anche attraverso erba e foglie come barriere naturali. Le scottature da caldo danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili. 

Il melone, spiega Giuseppe Cazzoletti imprenditore agricolo di Mairano (Bs), è una coltura che resiste bene al clima tropicale ma con questo caldo la pianta rallenta il ciclo vegetativo e il frutto si scotta internamente, nella parte al sole matura mentre resta verde nella parte appoggiata a terra e questo lo danneggia: “per evitare danni irreversibili al prodotto e maturazioni differenti, per la prima volta in tanti anni di attività, stiamo ombreggiando il prodotto direttamente in campo distribuendo una polvere naturale di roccia bianca utile a proteggere foglie e frutto dall’eccessivo caldo”. 

Una situazione che si somma agli altri danni provocati all’agricoltura dagli eventi estremi e dalla siccità, in un 2022 che in Italia si classifica nel primo semestre come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola. La tendenza al surriscaldamento è evidente nel nostro Paese, dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e – precisa la Coldiretti – comprende nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. A cambiare significativamente in Italia è la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti.

Campi di meloni a Mairano, foto da Coldiretti


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Ultimo aggiornamento il 23 Aprile 2024 18:53

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