Continua a infiammare la polemica per le parole di Paolo Sabbadini, membro del direttivo cittadino della Lega, che – commentato il rifiuto di patrocinio della Regione al Pride 2022 – ha scritto: “Prendetelo in quel posto che tanto vi piace”. Le scuse di Sabbadini (che non ha però cancellato il post) e la presa di posizione del Carroccio, che ha preso le distanze e annunciato provvedimenti disciplinari, non sono bastate a placare il confronto politico.
Con una nota, arrivata il giorno successivo rispetto alle polemiche, il Pd cittadino attacca infatti la Lega, accusandola di non aver fatto nulla di fronte ad altri insulti “razzisti” e “sessisti” che Sabbadini – sempre online – avrebbe indirizzato in precedenza nei confronti degli stranieri e del consigliere comunale Donatella Albini.
“Abbiamo letto con sgomento le parole volgari, offensive e omofobe del dirigente cittadino della Lega Paolo Sabbadini in merito al Pride di Milano – attaccano il segretario cittadino Tommaso Gaglia e il suo vice Roberto Omodei – Abbiamo anche letto la presa di distanza del segretario cittadino del Carroccio, che tuttavia non ha mosso un dito nei confronti del suo collaboratore quando, solo pochi giorni fa, definiva “giargianesimo” un’esibizione di tamburi durante la Festa della Musica, ricevendo anche il like del capogruppo in Loggia Massimo Tacconi, o quando, tra la condivisione di svariati post di Rolfi e di Salvini, scriveva che la consigliera comunale Albini ‘è più bella che intelligente'”.
“Questo truculento retroterra di volgarità, razzismo, maschilismo e omofobia – conclude il Pd – è il terreno politico all’interno del quale la Lega, in compagnia di una certa destra, si muove con ambiguità da molto tempo. Ben venga la presa di distanza di Maggi, che ci parrà però più credibile solo quando vedremo l’intera classe dirigente leghista bresciana abbandonare definitivamente un lessico politicamente violento, offensivo e ostile”.
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