La questione fa discutere, e non soltanto il settore turismo. Non si trovano lavoratori stagionali: giovani (e non solo) disposti a lavorare nei fine settimana e nei mesi estivi. Resta da capire se la questione sia legata al cambiamento di prospettiva post pandemia (molti hanno deciso di non porre più il lavoro al primo posto), alla presunta pigrizia delle nuove generazioni, al reddito di cittadinanza oppure al fatto che i salari offerti sono troppo bassi rispetto alle esigenze di chi dovrebbe accettarli.
Qualunque sia la motivazione, il risultato è lo stesso. Nel settore del turismo, dell’intrattenimento e della ristorazione molti sono costretti a ridurre i servizi per mancanza di personale. E’ accaduto anche a Gardaland, uno dei colossi europei del settore divertimento.
Con l’estate, infatti, il parco gardesano rimarrà aperto fino alle 23. Ma ben 13 attrazioni chiuderanno con diverse ore di anticipo (alle 19). La motivazione – secondo quanto spiegato dall’ad Sabrina De Carvalho – va cercata nelle “difficoltà che Gardaland, come tutto il settore del turismo, sta riscontrando nella ricerca di personale da assumere per la stagione estiva”. L’azienda fa sapere comunque di aver attivato “tutti gli strumenti per integrare il personale ancora mancante” e che gli orari delle attrazioni verranno estesa di pari passo con le nuove assunzioni.
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