Nel 1° trimestre del 2022, l’export bresciano si attesta a 5.510 milioni di euro, il valore più alto di sempre, ed evidenzia una crescita del +28,0% sullo stesso periodo del 2021 e del +43,7% su quello del 2020. Anche per gli acquisti dall’estero si assiste a una cifra record (3.735 milioni) e a una crescita particolarmente significativa sul 1° trimestre dell’anno scorso (+54,2%) e quello del 2020 (+82,0%). Il saldo commerciale è pari a 1.774 milioni, valore che rimane comunque decisamente positivo, sebbene abbia in parte risentito dell’impennata delle importazioni.
A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.
Nonostante i risultati positivi conseguiti nel 1° trimestre dell’anno, il sistema delle imprese risente del pesante clima d’incertezza globale, in un contesto in cui, all’endemica scarsità di materie prime e di componenti (che mette a rischio il corretto funzionamento delle catene globali di fornitura), si aggiunge il prolungarsi del conflitto bellico tra Russia e Ucraina. Le tensioni geopolitiche in atto hanno portato le quotazioni degli input energetici su livelli assolutamente impensabili fino a qualche tempo fa e, contemporaneamente, minacciano gli scambi da e verso le aree coinvolte nella guerra, oltre a zavorrare la fiducia di imprese e famiglie.
La crescita delle esportazioni bresciane nei primi tre mesi risulta più intensa di quanto rilevato in Lombardia (+23,6%) e in Italia (+22,9%). Il saldo commerciale nazionale risulta dopo dieci anni negativo (-7.122 milioni), indicatore di una situazione complessa per l’economia italiana.
La dinamica positiva del commercio mondiale (+4,8% nel primo trimestre) e l’incremento del prezzo di vendita impattano sulla dinamica delle vendite all’estero nei primi tre mesi del 2022. Allo stesso tempo, l’indebolimento dell’euro sul dollaro e i forti rialzi dei prezzi delle principali materie prime industriali (es: le variazioni rispetto al primo trimestre dell’anno scorso del rottame ferroso +30,9%, rame +17,8%, alluminio +55,4%), in alcuni casi arrivate ai massimi storici, spiegano in parte la notevole impennata delle importazioni.
Tra i prodotti esportati, i più dinamici risultano: prodotti della metallurgia (+58,4%), prodotti alimentari e bevande (+33,1%), prodotti chimici e farmaceutici (+26,2%), prodotti in metallo (+20,7%).
Tra i mercati di sbocco, la crescita delle esportazioni è generalizzata: in particolare, verso Germania (+32,7%), Francia (+24,1%), Spagna (+29,2%), Belgio (+28,0%), Stati Uniti (+31,6%) e India (+43,2%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’Unione Europea (+32,8%) e dell’America centro-meridionale (+39,6%). In questo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2021 Cina e Turchia registrano dinamiche con segno negativo (rispettivamente -7,6% e -12,0%).
Per quanto riguarda le importazioni, sono in forte crescita i prodotti della metallurgia (+81,9%), prodotti chimici e farmaceutici (+66,3%) e prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+51,4%).
Aumentano gli acquisti dall’estero per tutti i principali partner commerciali: Germania (+40,0%), Francia (+30,8%), Spagna (+52,8%), India (+101,5%), Cina (+82,8%) e Turchia (+87,1%).
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