Stordita con le benzodiazepine, poi – con un sacchetto in testa – strangolata. E’ quanto avrebbero riferito Mirto Milani, Silvia Zani e Paola Zani – le tre persone che si trovano in carcere dal 24 settembre con l’accusa di omicidio – circa la triste fine di Laura Ziliani.
Secondo quanto riportato da tutti i giornali, il trio – l’8 maggio del 2021, a Temù – avrebbe utilizzato il farmaco (procurato da Silvia) per rendere inoffensiva la 55enne, quindi le avrebbe messo il sacchetto in testa e siccome la vittima aveva le convulsioni, l’avrebbe finita a mani nude (a stringere sarebbero stati Silvia e Mirto, che sarebbe il più provato e si trova ancora in ospedale).
Poche settimane prima – ad aprile – Mirto, Silvia e Paola avrebbero anche provato a fare lo stesso, con una tisana, ma poi non avrebbero avuto il coraggio di uccidere (così avrebbero dichiarato nelle loro confessioni). Proprio in questa occasione, però, i tre avrebbero anche scavato una fossa a poca distanza dal luogo del ritrovamento, fermandosi poi per difficoltà tecniche.
Dopo il secondo tentativo e l’omicidio, quindi, i tre avevano nascosto il corpo sui monti per circa tre mesi e infine l’avevano sepolto in una buca sul fiume Oglio.
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