“L’acciaio speciale? Si comunica come la pizza…”
“L’acciaio speciale? Si comunica come la pizza…”. Si è svolto lo scorso venerdì 18 marzo all’Its Machina Lonati di Brescia il workshop formativo tenuto da Corrado Patriarchi, General Manager della bresciana CSMetaleurope (distributore esclusivo di acciaio speciale per la pressocolata della giapponese Hitachi), e Stefano Renga, direttore dell’agenzia di marketing MarketingHub.
Titolo della lecture “Marketing e Performance aziendale. Come impatta la comunicazione sui risultati di business: un caso emblematico nel B2B”. Stefano Renga ha posto subito l’accento sul ruolo strategico ormai riconosciuto e consolidato della comunicazione anche in un settore merceologico dove si potrebbe pensare che il prodotto parli da solo con la sua potente matericità.
Storicamente, secondo la teoria di Kotler delle 4P (Product – Prodotto, Price – Prezzo, Place – Distribuzione, Promotion- Comunicazione), nota anche come Marketing Mix, si vedeva la Comunicazione come leva operativa. “Negli ultimi decenni – ha sottolineato Renga, che all’ITS Machina Lonati è docente di Marketing Operativo e inoltre insegna “Logica e organizzazione aziendale” in “Accademia delle belle Arti Santa Giulia”- Hdemia – la comunicazione al mercato (marketing communication), la comunicazione interna all’azienda (organizational communication) e la comunicazione complessiva dell’impresa verso tutti gli stakeholders (management communication) intervengono ormai strutturalmente nella definizione e realizzazione della strategia aziendale di business in ogni impresa. Non solo. La comunicazione intesa come la trasmissione di messaggi su mezzi propri, tra i quali anche i social e il sito internet, viene distinta dalla informazione, che invece gestisce l’Ufficio Stampa e che lavora direttamente sulla reputazione: prescindere da questa consapevolezza espone l’azienda a rischi di una comunicazione non solo inefficace, ma anche dannosa – in termini di mezzi e contenuti – e di un utilizzo improprio di preziose risorse aziendali dedicate ai processi interni”.
Nel corso dell’evento, che ha visto l’aula magna dell’istituto gremita di studenti e docenti, Corrado Patriarchi ha condiviso con il pubblico la propria esperienza di cliente di Marketing Hub, basata sulla scelta di comunicare i valori aziendali per esaltare il valore del prodotto acciaio, senza soffermarsi solo sui benefici funzionali o sul prezzo del materiale.
Ha spiegato: “Il nostro obiettivo è restituire dignità ad una filiera corrotta da un impoverimento del know-how veicolando dei contenuti che permettano di effettuare scelte consapevoli ai nostri clienti: da qui la decisione di puntare su ufficio stampa e sui social, ad oggi gli strumenti più efficaci per creare reputazione e trasmettere gli asset immateriali di un’azienda”.
Le linee guida delle strategie di marketing e comunicazione della Cs Metal Europe sono le seguenti:
- Allenare all’entusiasmo: occorre ritrovare l’entusiasmo di sostenere ciò che è davvero importante, svincolandosi da standard retorici di un comparto.
- Comunicare il valore: ovvero dissociarsi dalla trappola del prezzo, recuperando i concetti di investimento e di filiera.
- Perseguire l’utilità aziendale e sociale: superare le distorsioni della globalizzazione a favore del recupero dell’eccellenza, garantita dalle competenze radicate nella memoria del proprio territorio, sull’esempio del Giappone.
“Fare acciaio è come fare la pizza. Le pizze sembrano tutte uguali ma non è così – ha proseguito Patriarchi -. Due barre di acciaio sembrano uguali ma invece è importante conoscere i valori fondanti della ditta produttrice e del Paese dove si produce il metallo perché questi fattori incidono sulla qualità. Purtroppo, nel nostro settore si parla di costi e non di investimento e non si riconosce la qualità come valore, che invece impatta anche su tutta la filiera”.
Sugli effetti della guerra fra Russia e Ucraina nel mondo della siderurgia ha commentato: “Il 90% delle cose che usiamo è fatto con acciaio nobile e rappresenta il 5% di tutta la produzione di acciaio. Questo 5% è quindi un bene primario e pandemia e guerra hanno messo in evidenza quanto possa essere pericoloso dipendere da fornitori esteri di materia prima. Ogni anno la metà dell’acciaio prodotto nel mondo arriva dalla Cina e il 46% viene importato in Europa. Le acciaierie italiane sono molto avanti ma non sono più messe in condizioni di essere leader e la Cina ha valori diversi dai nostri. La forza produttiva europea deve tornare ad essere il faro ed usufruire delle eccellenze estere per supportare e al meglio le performance richieste dal mercato“.
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