Badiucao, la mostra dell’artista dissidente cinese chiude a quota 29.981 visitatori
In un clima di generale soddisfazione si è conclusa domenica 20 febbraio 2022 La Cina non è vicina. BADIUCAO – opere di un artista dissidente, prima mostra personale in Italia di Badiucao (Shangai, Cina, 1986), artista dissidente cinese residente in Australia. Un evento di grande successo nonostante le pressioni del Governo cinese e un’azione vandalica organizzata contro i manifesti della mostra.
Presentata dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei presieduta da Francesca Bazoli e diretta da Stefano Karadjov, la mostra curata da Elettra Stamboulis era stata inaugurata il 13 novembre 2021 negli spazi espositivi del Museo di Santa Giulia di Brescia. Il percorso espositivo ripercorreva l’attività artistica di Badiucao dagli esordi alle opere più recenti, nate in risposta alla crisi sanitaria innescata dalla pandemia di Covid-19.
Durante il periodo di apertura – coincidente per due settimane con la programmazione del Festival della Pace di Brescia – la mostra ha totalizzato 29.981 visitatori, registrando spesso giornate di sold-out, dato che risulta ancora più significativo considerando che l’esposizione si è svolta durante il dilagare della quarta ondata di Covid-19, oltre ad almeno altri 2.000 persone che hanno preso parte ad eventi privati, a porte chiuse, organizzati nello spazio espositivo, coerentemente al percorso di mostra stesso. A conferma del grande interesse suscitato dall’esposizione hanno partecipato alle visite guidate o ai laboratori predisposto dai Servizi educativi di Fondazione Brescia Musei 138 gruppi di adulti e 70 gruppi di scuole. Il catalogo della mostra edito da Skira ha raggiunto le 2.000 copie vendute ed è stata avviata la seconda ristampa anche in vista della prossima tappa del percorso espositivo.
La Cina non è vicina. BADIUCAO – opere di un artista dissidente verrà infatti riallestita dai primi di maggio sino ad agosto 2022 presso DOX Centre for Contemporary Art di Praga.
“È questa la felice conclusione di una operazione iniziata lo scorso ottobre”, dichiara la presidente della Fondazione Brescia Musei Francesca Bazoli, “che ha visto la città e la Fondazione aprirsi ad una dimensione nuova, in cui il dialogo tra grande arte e significativo impegno civile coesistono e dimostrano la loro vitalità: un intervento culturale molto coraggioso, che vedrà la Fondazione Brescia Musei promotrice del tour internazionale della mostra stessa.
La mostra è stata anche l’occasione per la Fondazione Brescia Musei per realizzare un virtual tour dell’esposizione, che sarà fruibile gratuitamente sul sito bresciamusei.com e che permetterà alla mostra di avere una propria vita digitale, arricchita dai contenuti raccolti nei mesi di apertura, dalle performance site specific di Badiucao, alle interviste realizzate.
“La Cina non è vicina. BADIUCAO – opere di un artista dissidente ha evidenziato come il nostro progetto sia stato in grado di cogliere l’attenzione del pubblico verso progetti artistici che siano capaci di parlare di attualità, proiettando la Fondazione Brescia Musei in una dimensione di grande respiro che travalica i confini nazionali”, dichiara il direttore della Fondazione Brescia Musei Stefano Karadjov. “Ne è conferma la grande attenzione che la stampa internazionale ha dimostrato nei confronti del percorso di mostra allestito nel Museo di Santa Giulia e del messaggio che Badiucao ha affidato alla sua arte: dal New York Times, ala Cnn, a The Art Newspaper, al Tagesspiel, come se il mondo avesse idealmente accolto il nostro progetto e i nostri obiettivi, dando nuova luce e amplificando il valore del percorso intrapreso”.
La Fondazione Brescia Musei parteciperà anche alla prossima edizione del Festival della Pace di Brescia, proseguendo un percorso che prevede la promozione di programmi espositivi dedicati all’arte contemporanea e ai diritti umani iniziato nel 2019 con la mostra Avremo anche giorni migliori. Zehra Doğan. Opere dalle carceri turche.
In un dialogo grazie al quale vengono interpretati i più significativi fenomeni storici attuali, l’arte contemporanea e i diritti umani trovano un punto di incontro nella rivelazione di artisti dissidenti e attivisti per lo più inediti in Occidente.
“Con la mostra La Cina non è vicina, prima personale assoluta dell’artista dissidente cinese Badiucao presso il Museo di Santa Giulia, Brescia ha scritto un’altra bella e importante pagina di cultura, secondo memorabile episodio di quel racconto del rapporto fra arte e diritti civili iniziato lo scorso anno con la mostra dedicata a Zehra Dogan ed entrambe inserite nel Festival della Pace. afferma la vicesindaco e assessore alla cultura Laura Castelletti.
Nonostante le difficoltà, anche curatoriali – perché non è semplice tradurre in percorso espositivo un linguaggio artistico nato e cresciuto clandestinamente sui muri delle città e sul web – l’aver realizzato questa mostra e aver offerto al pubblico la possibilità di confrontarsi con i temi e le forme di un artista così originale e potente è stata una sfida vinta, come dimostrato non solo dai numeri di affluenza ma anche e soprattutto dalla partecipazione di moltissimi giovani. E credo che questo sia un importante valore aggiunto, perché far comprendere ai ragazzi e ai giovani adulti come il Museo sia un luogo amico, vivo, aperto e contemporaneo è una missione fondamentale, oggi più che mai”.
L’elevata frequentazione della mostra proprio da parte di un pubblico giovane è dimostrazione anche del lavoro di conoscenza dell’artista messo in campo dalla Fondazione Brescia Musei. Badiucao è stato infatti protagonista di una residenza d’artista bresciana di oltre un mese, grazie alla quale moltissimi giovani artisti della città hanno avuto modo di conoscere la sua arte e i suoi ideali, oltre ad una fitta agenda di talk tenuti da Badicuao presso le sedi di prestigiose università italiane, come l’Università Cattolica del Sacro Cuore, nelle sedi di Milano e Brescia, l’Università Luigi Bocconi, l’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’Accademia di Belle Arti di Santa Giulia di Brescia.
BADIUCAO, CHI E’?
Badiucao si è affermato sul palcoscenico internazionale grazie ai social media, coi quali diffonde la propria arte in tutto il mondo – il suo account twitter @badiucao è seguito da più 80 mila persone –, e sfida costantemente il governo e la censura cinese. La sua vocazione artistico-politica nasce nel 2007, quando, studente di Legge all’Università di Shanghai vede il documentario The Gate of Heavenly Peace, un girato clandestino diretto da Carma Hinton e Richard Gordon sulle proteste di Piazza Tienanmen. L’artista sviluppa una ferma decisione di esprimersi in prima linea contro ogni forma di controllo ideologico e morale esercitato dal potere politico, a favore della trasmissione di una memoria storica non plagiata. Il suo impegno politico si realizza, infatti, nella creazione di campagne partecipative, affissioni in luoghi pubblici, illustrazioni e attività online, spesso costruite con un linguaggio visivo che evoca ironicamente lo spirito pop della propaganda comunista, ricalcandone lo stile grafico, i colori e i toni.
Grazie al suo blog, ai social media e a campagne di comunicazione organizzate, Badiucao dall’Australia ha portato avanti la propria attività di resistenza, diventando l’unico canale non filtrato dal controllo governativo capace di trasmettere i racconti dei cittadini di Wuhan durante il lockdown del 2020.
Nel 2020 gli è stato conferito dalla Human Rights Foundation il Premio Václav Havel Prize for Creative Dissent, destinato ad artisti che creativamente denunciano gli inganni delle dittature. Nel 2021 ha partecipato ad Art Basel Miami realizzando un’operazione di arte di strada legata alle contestate Olimpiadi attualmente in corso a Pechino.
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