✴️ Brescia, città illuminata | di Elio Marniga*

Ben vengano manifestazioni, opere, eventi: il giudizio, che in materia nulla vale se non condiviso, me lo riservo, se me ne sarà dato il tempo, al termine dell’avventura

Redazione BsNews.it

17 Febbraio 2022

di Elio Marniga* – Quando, nell’estate del 2000, Paolo Corsini sindaco presentò in Santa Giulia la mostra “Il futuro dei Longobardi” scrisse, tra l’altro, “il futuro che fortemente vogliamo per Brescia è, dunque, di una presenza significativa nel circuito delle città d’arte italiane”. Fu una mostra importante; Jacques Le Goff, il mio medievalista preferito, presiedeva il comitato scientifico; opere di mille provenienze; un pregevole catalogo Skira con in copertina la nostra Croce di Re Desiderio, curato dallo storico dell’arte Carlo Bertelli e dal bresciano Gian Pietro Brogiolo, professore a Padova di archeologia medievale. Insomma una cosa seria. Corsini sindaco persegue il suo ambizioso obiettivo anche successivamente con le Grandi Mostre curate dal trevisano Marco Goldin; la cronaca poi parla degli anni di Paroli sindaco, finiti con la storiaccia Brunello.

L’ambizione del sindaco Corsini è stata soddisfatta? Non mi pare, non poteva esserlo; una così grande ambizione richiede tempi lunghi e cambiamenti profondi non solo nelle strutture ma anche nella mentalità dei Bresciani, ma qualche visita turistica in più si è vista e qualche ristorantino nei pressi di santa Giulia ha aperto i battenti

Poi arriva il 2013 di Del Bono sindaco. Un capovolgimento di strategia con la creazione della Fondazione Brescia Musei, presieduta dall’esperto gallerista Minini, e l’interesse più centrato sulla valorizzazione dei tanti beni culturali bresciani. L’obiettivo è sempre lo stesso: Brescia città d’arte; con calma, passo dopo passo ma sempre camminando in quella direzione. (Personalmente non ho mai capito le ragioni della nascita della Fondazione, forse anche perché mai sono state esposte con chiarezza; certo una fondazione si muove più agilmente di un’amministrazione comunale, anche troppo agilmente precisa qualcuno.)

Poi arriva il Covid; da noi per San Faustino, a Bergamo per l’Atalanta, più che altrove. Il ministro ai beni culturali Franceschini offre quasi una compensazione per la disgrazia e, dispensando le due città dal confronto con altri capoluoghi, nomina le due città congiunte Capitali della Cultura per l’anno 2023. E’ un riconoscimento, ma anche la richiesta di un impegno forte per tutte le realtà dei due territori. Nell’occasione Del Bono sindaco ribadisce l’intento corsiniano di fare di Brescia una città d’arte.

Le due amministrazioni si mettono al lavoro e, di recente, hanno pubblicato un corposo dossier di progettazione redatto, non sarebbe stato gentile non accogliere il suggerimento del ministro, con il supporto della Bocconi, anche se a me sarebbe piaciuto vedere le nostre due Università affrontare il tema: vi si tratta il nostro futuro!

Il dossier è molto interessante; è leggibile sul sito del Comune e pieno di dati, di proposte già in cantiere, di suggerimenti e di inviti, il tutto condensato nel titolo: “Una Citta Illuminata”. Un titolo che mi ha fatto di botto risalire, quasi fosse l’auspicio di un’eredità, ai settecenteschi “lumi”. Così sia allora e ben vengano manifestazioni, opere, eventi: il giudizio, che in materia nulla vale se non condiviso, me lo riservo, se me ne sarà dato il tempo, al termine dell’avventura.

P.S. Un giudizio, visto che l’oggetto è già stato completato, lo esprimo subito: il logo del 2023, fosse anche realizzato con neon, sarebbe molto bello per un circo, ma anche per una fiera.

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