Aria inquinata, nel 2021 Brescia supera i limiti per 59 giorni

Legambiente: "Azioni ancora troppo lente per sottrarci da una condizione di inquinamento cronico. Servono interventi trasversali ai differenti assessorati regionali, anche utilizzando bene i fondi del Pnrr, per far respirare aria pulita tutto l’anno"

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Panorama di Brescia
L'aria grigia del panorama di Brescia

Tempo di bilanci di fine anno, anche per la qualità dell’aria.

Gli ultimi giorni di dicembre – lo riferisce una nota di Legambiente – hanno segnato elevati livelli di inquinanti in buona parte della regione. La buona notizia, però, è che nell’arco del 2021 tutti i capoluoghi hanno misurato concentrazioni medie di PM10 ben al di sotto del valore soglia previsto dalla normativa europea (40 microg/mc di PM10). Secondo i dati delle centraline urbane di ARPA Lombardia emergono differenze molto accentuate tra le province: il peggior piazzamento è per Cremona, indiscussa capitale della zootecnia lombarda e italiana, seguita da Milano. Brescia si piazza al quinto posto, dopo Mantova e Lodi.

Situazione in lento miglioramento per le città dell’alta pianura (Bergamo, Como e Monza), e per quelle pedemontane (Lecco, Sondrio e Varese). La cattiva notizia è però che tutte le città lombarde sono ancora lontane dai valori soglia raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il parametro PM10 (15 microg/mc) al fine di ridurre l’eccesso di mortalità determinato dalle eccessive concentrazioni di particolato atmosferico.

Concentrazione media annua (al 29. 12. 2021) di PM10 rilevata dalle centraline urbane* di ARPA Lombardia nelle città capoluogo

2021
CREMONA 32,9
MILANO 31,2
MANTOVA 30,8
LODI 30,7
BRESCIA 30,6
PAVIA 30,0
MONZA 28,2
COMO 27,9
BERGAMO 26,2
VARESE 22,1
SONDRIO 21,5
LECCO 20,5

 

Nove capoluoghi su 12 hanno superato il numero massimo di giornate con valori di inquinamento da PM10 eccedenti la soglia critica di inquinamento grave, fissata dalla UE a 50 microg/mc, chiarisce il comunicato di Legambiente. Anche in questo caso il dato peggiore è quello di Cremona, che arriva quasi a raddoppiare il numero di giornate con aria off-limit, seguita da Milano e Lodi a pari demerito. Subito dopo c’è Brescia con 59 giornate di superamento delle soglie limite. Nuovamente si impongono le città capoluogo dei territori dominati dalla zootecnia intensiva, fenomeno che in Lombardia è cresciuto a livelli decisamente eccessivi, causando effetti gravi di inquinamento sia delle acque che dell’aria, per le emissioni ammoniacali rilasciate da stalle e liquami. Solo Varese, Sondrio e Lecco sono rientrati nei parametri europei, per tutti gli altri siamo ancora dentro l’infrazione europea. Anche in questo caso i parametri di salubrità dell’aria fissati dall’OMS per gli episodi acuti di inquinamento sono davvero lontani: per l’OMS infatti i giorni in cui i livelli di inquinamento superano la soglia critica (che sempre l’OMS fissa a 45 microg/mc) non dovrebbero eccedere il numero di 4 all’anno.

Giornate/anno di superamento della soglia critica di 50 microgrammi/mc di PM10 rilevate dalle centraline dei capoluoghi di provincia

2021
CREMONA 66
LODI 60
MILANO 60
BRESCIA 59
MANTOVA 55
PAVIA 53
MONZA 45
BERGAMO 39
COMO 39
LECCO 19
SONDRIO 19
VARESE 16

 

“Ancora aria pesante in Lombardia in questa fine d’anno – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. L’inversione termica che sta caratterizzando questi giorni ci ricorda quanto sia fondamentale prevenire l’insorgere del particolato atmosferico, con le sue gravi conseguenze sulla salute dei cittadini. Il mese di dicembre ha visto i livelli schizzare verso l’alto, per il meteo ma anche per la paura di utilizzare i mezzi pubblici a causa della pandemia, che però non ha fermato la corsa agli acquisti di Natale che hanno fatto aumentare traffico e polveri sottili. Che le medie annuali di PM10 si attestino sotto i valori previsti dall’attuale direttiva europea non basta, tanto più che il numero dei superamenti annui per 9 capoluoghi su 12 si colloca oltre i 35 giorni. Il 2022 sarà l’anno in cui entreranno in vigore i nuovi limiti europei che rispondo alla logica di precauzione per la salute umana  dettata dall’OMS, le cui soglie raccomandate sono fino a tre volte più basse di quelle attuali. Una condizione che rischia di aggiungere, alle procedure di infrazione già aperte, nuovi richiami per l’Italia e la Lombardia. Riproporre un nuovo modello di vita partendo dalla gestione delle città in senso sostenibile e allargando la possibilità di un utilizzo più capillare ed esteso del trasporto pubblico è una delle chiavi di volta, ma bisogna agire anche sul versante dell’allevamento intensivo, ormai una causa prevalente di formazione di particolato secondario a causa delle densità eccessive di capi allevati nelle campagne lombarde. Se dovessimo tracciare un bilancio del 2021 potremmo dire che i trend di miglioramento ci sono, ma le azioni sono ancora troppo lente per sottrarci da una condizione di inquinamento cronico, rendendo la qualità della nostra aria troppo dipendente dai capricci di Eolo. Per il 2022 ci piacerebbe poter contare di più sulla forza delle politiche e sulla messa in campo di azioni trasversali ai differenti assessorati regionali, perchè solo così, anche utilizzando bene i fondi del Pnrr, possiamo respirare aria pulita tutto l’anno”.


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Ultimo aggiornamento il 25 Marzo 2024 11:27

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