Soldi, lavoro ed economia ai tempi del Covid-19 | 🟢 BRESCIA VISTA DALLA PSICOLOGA

Per gli acquisti natalizi ci vuole disponibilità economica e non per tutti questo dicembre 2021 è un mese di abbondanza, perché la crisi ha colpito pesantemente, con perdite importanti di posti di lavoro e di fatturato

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Doriana Galderisi, opinionista BsNews

“La carriera è meravigliosa, ma non la puoi abbracciare la notte quando hai freddo”. Marilyn Monroe

di Doriana Galdrisi* – E’ la prima domenica di dicembre, il mese dei regali per eccellenza, per il suo calendario ricco di occasioni per scambiarsi un dono: Natale, certo, ma a noi bresciani è cara pure Santa Lucia! Per gli acquisti però ci vuole disponibilità economica e non per tutti questo dicembre 2021 è un mese di abbondanza, perché la crisi ha colpito pesantemente, con perdite importanti di posti di lavoro e di fatturato.

Questo sicuramente è vissuto in modo negativo da chi sta subendo gli effetti della crisi, però invito a non dimenticare un aspetto: meno soldi da spendere in regali può portare a soffermarsi a riflettere sul profondo valore e sul senso del Natale che non è consumismo, non è corsa agli acquisti, ma fondamentalmente relazione e affetti.

Nella nostra città già brillano diverse luci, che sono un incoraggiamento verso una prospettiva migliore; del resto ricordiamo due aspetti: da un lato la sofferenza di Brescia, che, insieme a Bergamo è stata epicentro della pandemia e delle sofferenze, ma dall’altro la sua capacità di reggere il colpo.

Lo si comprende molto bene anche dalle parole dell’assessore al bilancio del Comune di Brescia Fabio Capra. L’assessore infatti ha partecipato all’ultimo incontro del 2021 de “La scienza di eccellenza”, percorso scientifico patrocinato dal Comune di Brescia, che venerdì 26 novembre ha visto la presenza anche di altri illustri ospiti ad una “puntata”, la 23esima di questo percorso scientifico, proprio sul tema dell’economia, del lavoro e  della finanza al tempo di pandemia (“I soldi non hanno odore… sarà un effetto del Covid-19? Trasformazioni liquide in materia di lavoro, economia e finanza al tempo della pandemia”).

In quell’occasione Capra ha evidenziato come, anche dal punto di vista economico e finanziario, Brescia abbia retto l’urto della crisi e abbia saputo stare vicina ai cittadini offrendo aiuti concreti, chiudendo con un bilancio in equilibrio, pur avendo riversato sulla città “circa 45 milioni di euro in servizi e ristori”.

Sostegni decisamente indispensabili, come confermano le tante realtà vissute da imprenditori, lavoratori dipendenti, lavoratori di ogni tipo, alle prese con le enormi difficoltà di far fronte alle problematiche di vita e lavorative in generale.

Chi volesse ascoltare tutto l’incontro sul tema del lavoro troverà, all’interno di quella diretta, anche un video che sintetizza i principali vissuti emotivi e psicologici di molte persone in merito alle problematiche relative a questo tem in tempo di pandemia. Sono proprio le storie di ognuno di noi a darci la misura di quanto sia stato e sia forte e drammatico l’impatto della crisi nell’ambito, in quello che rappresenta l’ambito che, tra i tanti della nostra vita, ha forse il maggiore peso sul grado del nostro benessere: il lavoro.

Il lavoro infatti non è solo soltanto lo strumento per guadagnarci da vivere ma è anche il modo in cui ciascuno di noi realizza la propria persona, la propria identità, esprime le proprie capacità e la propria caratura mentale e morale.

Ed ecco dunque che perdere il lavoro rappresenta un evento fortemente traumatico all’interno della biografia di ogni persona, tant’è che tale evento traumatico viene definito “shock professionale”. Lo shock professionale è relativo non solo alla perdita dell’occupazione, ma anche al dover condurre il lavoro in condizioni che, improvvisamente, sono diventate difficili e complicate; pensiamo per esempio all’immissione di default dello smart working (di cui ho parlato nella rubrica di Bsnews del 25 ottobre 2020 e che torna di attualità, visti gli sviluppi preoccupanti di questa quarta ondata), ma anche dell’utilizzo, massiccio e forzato, della tecnologia. Un’accelerazione, quella digitale, che era nell’aria da tempo, ma che la pandemia ha improvvisamente spinto ad una velocità supersonica: quello che poteva essere un adattamento soft in verità è diventato un adattamento strong.

La psicologia ha il compito di offrire il proprio contributo professionale nel ri-orientare e   “normalizzare” i processi di mutamento in atto. La psicologia infatti è la scienza del cambiamento per eccellenza e ciò che essa può offrire ad altre scienze contribuisce a creare delle condizioni in cui, adattamenti forzati come quelli che in ogni crisi avvengono, possono in qualche essere meglio recepiti e gestiti da ciascuno di noi.

Quindi questo articolo, così come le decine e decine di contributi che, in questi mesi, ho cercato di offrire attraverso vari canali e varie forme (podcast, video, interviste, tutti ritrovabili sui miei social), cerca di dare spunti per affrontare le nuove situazioni e trovare soluzioni creative.

La crisi è innegabile, ma c’è un aspetto fondamentale da tenere in considerazione: la pandemia ha subordinato il lavoro alla vita: prima di tutto vengono la salute e il benessere, poi il lavoro. In seguito all’emergenza c’è stato un riassetto delle nostre priorità. Lo dimostra anche il fatto che, di fronte alle esigenze familiari, affettive, relazionali, si assiste e si è assistito in questi mesi anche a casi di dimissioni su base volontaria, quando le difficoltà a coordinare vita privata e vita lavorativa diventavano troppo complicate e insostenibili.

Questo ci obbliga a ripensare un po’ al modo di progettare le carriere, ad avere una visione più ampia, più olistica della situazione e ci obbliga anche ad essere solidali gli uni e gli altri, in un certo senso a non “perderci di vista”.

Sono soprattutto le aziende che oggi si trovano a ripensare se stesse, il proprio modo di produrre, il proprio welfare aziendale, a “rileggere” l’insostituibile valore del cosiddetto capitale umano, investendo in supporti, anche a livello psicologico all’interno dell’azienda stessa e investendo anche nell’inserimento di nuove figure di lavoro, come per esempio i coordinatori di flussi aziendali, necessari in questi tempi di innovazione e cambiamenti importanti.

Enrico Giorgio Mattinzoli, imprenditore e presidente Artfidi, sempre nell’ultimo incontro de “La scienza di eccellenza”, ci ha descritto “un quadro positivo delle imprese lombarde, che, nella loro maggioranza, hanno retto l’urto e hanno anche messo in moto dei meccanismi di solidarietà nel mercato”. Per esempio, ci ha ricordato sempre Mattinzoli, “a Brescia, imprese, istituzioni e associazioni di categoria, hanno promosso l’iniziativa: io pago i fornitori, cioè le imprese più strutturate e con meno difficoltà finanziarie, si sono impegnate ad onorare i loro accordi con i fornitori nonostante la situazione; questo dice quanto le aziende possono essere solidali tra di loro e quanto siano riuscite a reagire alla crisi”.

Che il “made in Bs” abbia retto lo testimonia anche l’indagine «Gruppi industriali – Le risposte del “Sistema Brescia” alla crisi», condotta da Confindustria Brescia e presentata ai primi di novembre. Da questo studio, che ha osservato come nel 2020 si sono mossi 90 principali gruppi locali nel settore manifatturiero, sono emersi risultati positivi, in particolare l’impennata del 43,5% delle disponibilità liquide delle aziende, dovuta a fattori concreti: minori investimenti e maggiori risorse ottenute dall’attività di finanziamento. Per il 2021 è previsto un importante recupero delle vendite, tale da superare la crescita (11%) del 2019. In proposito di liquidità, il professore dell’Università Bocconi Maurizio Dallocchio, anch’egli ospite nell’appuntamento de “La scienza di eccellenza” del 26 novembre scorso ha ricordato che oggi c’è una disponibilità di liquidità mai avuta prima nella storia: la sfida è saperla gestire.

Affari di governi e di macroeconomia? Certo, ma anche noi, nel nostro contesto lavorativo quotidiano, possiamo contribuire a dare un impulso al cambiamento. E’ importante non perdere di vista la prospettiva temporale, andando oltre il risultato negativo del presente e combattendo quindi contro un meccanismo molto tipico del funzionamento mentale umano chiamato recency bias, tale per cui rappresenta una forzatura pensare a prospettive più ottimistiche quando le informazioni del presente sono negative. Ma questo ancoraggio ai dati, i più recenti, della mente più negativi è un fattore di cui importante essere consapevoli per mantenere, per così dire, l’occhio lungo, quindi una speranza e anche un’azione proattiva, oltre che per non concretizzare perdite o danni che, diversamente, sarebbero soltanto potenziali. Conoscere i meccanismi di funzionamento della nostra mente serve ad avere una maggiore tenuta di fronte agli eventi infausti, a sviluppare quella attitudine alla resilienza e antifragilità psichica di cui, di questi tempi, c’è estremamente necessità

Anche la semplice e apparentemente normale e “banale” gestione dei propri risparmi, offre l’occasione per riflettere proprio su come la mente e le emozioni interferiscano con le decisioni e con la realizzazione di progetti. Infatti è noto il fenomeno, come si è discusso all’interno della già citata puntata de “La scienza di eccellenza”, del cosiddetto panic selling, cioè la corsa alla vendita dei propri investimenti nel timore di perdite maggiori. Questo fenomeno è molto noto nel mondo della finanza e dei mercati azionari.

Per concludere: sicuramente in questa fase di crisi la nostra città ha dimostrato una creatività e una resilienza più uniche che rare e questo fa ben sperare nel futuro. Se, come dice Oliver Stone “il denaro non dorme mai” e, se aggiungiamo, che “chi dorme non  piglia pesci”, ecco che, mantenere un atteggiamento ragionevolmente ottimista, attivo e, soprattutto, propositivo, aiuterà a superare non solo questa fase di vita difficile, ma anche a trovare qualcosa di nuovo.

Grazie per l’attenzione e appuntamento tra 15 giorni. (Tutti i contributi citati si ritrovano sui miei canali facebook, youtube e telegram)

CHI E’ DORIANA GALDERISI?

Doriana Galderisi è padovana d’origine e bresciana d’adozione: lavora nel campo della psicologia da più di 27 anni con uno studio in via Foscolo, a Brescia. Esperta in: Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale Tipico e Atipico, Psicologia Criminale Investigativa Forense, Psicologia Giuridica, Psicologia Scolastica, Psicologia dell’Età Evolutiva, Neuropsicologia. E’ inoltre autorizzata dall’ASL di Brescia per certificazioni DSA (Disturbi specifici di Apprendimento). E’ iscritta all’Albo dei CTU, all’Albo dei Periti presso il Tribunale Ordinario di Brescia e all’Albo Esperti in Sessuologia Tipica e Atipica Centro “il Ponte” Giunti-Firenze.

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