di Gian Antonio Girelli – Anticipare la terza dose di vaccino e allargare la platea degli aventi diritto è una scelta che il Governo ha preso vista la recrudescenza della pandemia. Una virata emergenziale che le Regioni devono recepire nel minore tempo possibile. Ma in Lombardia, al netto delle dichiarazioni di Bertolaso, pare che la macchina si sia inceppata. A partire dagli hub, in gran parte smantellati.
Con la decisione di anticipare la terza dose a 5 mesi, rispetto ai 6 previsti, naturalmente cambia anche la platea degli aventi diritto. E non di poco, visto che si passa a quasi 5 milioni di cittadini. Senza contare che dal 1 dicembre si apriranno le prenotazioni per gli over 18 e a giorni anche quelle persone i bambini dai 5 anni. Ecco allora che bisogna chiedersi in che modo Regione Lombardia intenda mantenere la promessa di milioni di somministrazioni entro Natale o al massimo a gennaio. Non dimentichiamo che nella fase acuta di vaccinazione i numeri degli aventi diritto erano più bassi ed erano in funzione i grandi centri.
La campagna vaccinale è indispensabile per andare verso quanto chiesto dal Governo, per “conservare quanto conquistato”. O è ha detto Mario Draghi. Non possiamo essere approssimativi, confusionari e non chiari su questo. Chiediamo quale sia la strategia di Regione Lombardia. I cittadini hanno bisogno di certezze e rassicurazioni.
* Consigliere regionale Pd e presidente Commissione d’Inchiesta regionale Covid19
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