Ci vorrà ancora tempo per avere il responso ufficiale dei medici sulle cause della morte di Laura Ziliani, l’ex impiegata del Comune di Roncadelle (ma residente a Temù, in Valcamonica) che – secondo l’accusa – sarebbe stata uccisa da due delle tre figlie e dal fidanzato della maggiore, ora in carcere.
Il gruppo di medici guidato dal professor Andrea Verzelletti, infatti – secondo quanto ha riferito ieri il Giornale di Brescia – ha chiesto alla Procura una proroga per depositare la relazione finale sul cadavere, ritrovato lo scorso 8 agosto. Il responso, dunque potrebbe arrivare con l’anno nuovo.
La risposta che gli investigatori si aspettano di ottenere dalle analisi è quella sulle cause esatte della morte e sul fatto se il corpo sia sempre stato nel luogo del ritrovamento, oppure – secondo sospetto – che vi sia stato portato successivamente dopo essere stato conservato in un luogo sicuro.
Nel corpo, come noto, sono state trovate tracce di ansiolitici (la donna non prendeva farmaci), ma queste non sarebbero le cause del decesso e il corpo non presenterebbe segni di violenza (anche le voci su riti satanici appaiono al momento non supportate). L’ipotesi rimane quella che le figlie e il fidanzato abbiano indotto nella donna un sonno profondo con i farmaci, per poi soffocarla con un cuscino.
Più complicato sarà capire dove è stato conservato il corpo, ma – nonostante lo stato di saponificazione – alcuni elementi farebbero presupporre che non possa essere stato abbandonato per oltre 100 giorni alle intemperie.
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