Continua, in Valle Camonia, la guerra contro la panace di Mantegazza: arbusto gradevole alla vista, ma decisamente meno al tatto visto che le foglie e il fusto contengono fitotossine che si attivano con il sole e possono provocare gravi ustioni, anche permanenti.
A luglio, come già riferito, la Comunità montana era entrata in azione tagliando le chiome di numerose piante. Nei giorni scorsi, invece, è andato in scena il recondo round: un piccolo escavatore ha provveduto a eradicare le piante già potate lungo gli artigini del fiume Oglio (sotto lo sbarramento Edison e fino a Sonico).
Complessivamente sono 450 le piante di panace individuate, distribuite tra una decina di Comuni tra Vezza d’Oglio e Breno. Ovviamente il problema non è risolto e i tecnici sono pronti a intervenire in caso di nuove segnalazioni. Ma le situazioni più a rischio dovrebbero essere già state risolte.
La panace di Mantegazza (Heracleum Mantegazzianum il nome scientifico, ma più comunumente è nota come panace gigante) ha iniziato ad essere importata in Europa principalmente per motivi ornamentali, ma ben presto si è diffusa al di fuori dei giardini privati invadendo prati, rive dei fiumi e terreni incolti. E’ una delle piante considerate tra le più pericolose.
La pianta è erbacea e di grandi dimensioni, con fusti vigorosi cavi, spesso con macchie rosse. Può raggiungere i 2-5 metri di altezza. Presenta dei fiori di colore bianco oppure verde-giallastro che sono organizzati in infiorescenze a forma di ombrello.
La panace di Mantegazza è una specie vegetale dominante e impatta sulla biodiversità ambientale dei territori. Ma è pericolosa soprattutto per la salute dell’uomo, in particolar modo per la cute e gli occhi. Infatti, al tatto, può provocare gravi infiammazioni della pelle con bolle rosse che possono lasciare cicatrici permanenti (la linfa presente sui peli del fusto e delle foglie contiene sostanze fitotossiche). A volte può essere necessario il ricovero in ospedale. Piccole quantità di linfa negli occhi, inoltre, possono causare cecità temporanea o anche permanente. Le ferite sono molto dolore e acutizzarsi in seguito all’esposizione solare: possono metterci anni a guarire completamente.
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