In manette, infatti, sono finiti un 26enne (che avrebbe anche un precedente per truffa) e un 28enne, entrambi cittadini rumeni e residenti a Pontoglio.
Secondo gli investigatori avevano il compito di recuperare i nominativi e i documenti dei loro connazionali, che poi venivano consegnati – tramite persone di fiducia – a impiegati compiacenti dei Caf (i quali incasavano qualche euro per ogni pratica andata a buon fine).
Complessivamente le persone denunciate sono state ben 9mila, mentre il danno all’Erario è stato di circa 60 milioni di euro.
Nella maxi operazione delle fiamme gialle di Cremona che ha portato a 16 arresti e 9000 denunce e visto sventata una truffa per 60 milioni di euro la collaborazione con INPS ha avuto un contributo fondamentale.
Si tratta di un risultato molto importante nel contrasto agli illeciti contro il reddito di cittadinanza ottenuto grazie ad una sinergia costruita nel tempo e sostenuta da un approfondito lavoro di controllo e di indagine comune svolto su tutto il territorio nazionale.
Con la Guardia di Finanza, infatti, Inps ha avviato già dall’anno scorso una collaborazione che interessa tutte le sedi dell’Istituto, mettendo a disposizione sistemi informatici che si avvalgono di tecnologie innovative basate sull’analisi di big data per l’estrapolazione delle informazioni utili alle attività investigative.
L’incrocio tra i requisiti dichiarati dai richiedenti il Reddito, le banche dati dell’Istituto e le informazioni contenute in altre banche dati con cui INPS ha attivo il collegamento in interoperabilità (ad esempio ANPR, l’anagrafe nazionale della popolazione residente), permette la verifica della veridicità dei requisiti. Oltre ai controlli amministrativi, attraverso sistemi di Intelligenza Artificiale, INPS effettua un’azione antifrode su specifici indicatori di rischio e segnala alle forze dell’ordine eventuali possibili anomalie criminogene.
La collaborazione con la Guardia di Finanza ha portato significativi risultati anche in materia di compensazioni indebite con crediti fiscali o contributivi inesistenti e di abuso delle integrazioni salariali COVID e si rafforzerà ulteriormente grazie al Protocollo d’intesa, in corso di approvazione, che prevede tra l’altro la condivisione delle informazioni di rischio frodi concernenti le posizioni assicurative e le prestazioni previdenziali, assistenziali e di inclusione sociale, gestite dall’Istituto.
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