Si è avvalso della facoltà di non rispondere – ieri, nell’interrogatorio di convalida dell’arresto – Ezio Galesi: l’uomo che mercoledì ha brutalmente ucciso a colpi di martello Elena Casanova.
Galesi, come noto, nel primo interrogatorio aveva ammesso l’omicidio, ma – pur tre contraddizioni e smentite – aveva sostanzialmente parlato di un raptus. Attualmente il 59enne è accusato di omicidio volontario. Ma quello dell’eventuale premeditazione è proprio uno degli elementi su cui i magistrati dovranno fare chiarezza.
“Avevo detto che l’avrei uccisa e l’ho fatto”, così avrebbe gridato (in dialetto) il 59enne subito dopo l’omicidio a un vicino che gli chiedeva conto dell’accaduto. Era un gesto programmato? Decisiva, per rispondere a questa domanda, potrebbe essere anche la questione del martello. L’uomo avrebbe affermato che lo strumento utilizzato per colpire a morte Elena era quello che teneva abitualmente in auto per alcuni lavoretti domestici. Ma nelle scorse ore è emersa l’ipotesi che Galesi abbia rubato il martello dall’Obi della Mandolossa, proprio dove ha incrociato la sua vittima.
+++ OMICIDIO ELENA CASANOVA, LA RICOSTRUZIONE +++
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