Sofferenza, foto simbolica dall'archivio (Pixabay)
La cronaca, purtroppo, continua a raccontare casi di donne segregate, picchiate e perfino uccise – come successo con il tragico omicidio di Castegnato – da uomini che non accettano la fine di una relazione. Oppure di spasimanti, di stalker, che pretendono di imporre una relazione sentimentale con atti persecutori e violenti. E’ accaduto anche ieri e si tratta del quarto femminicidio avvenuto negli ultimi dodici mesi a Brescia. Il 54esimo in Italia.
L’ultima vittima era stata Giuseppina Di Luca, la 46enne uccisa ad Agnosine lo scorso 13 settembre. Il marito l’aveva colpita con un coltello, consegnandosi poi ai carabinieri. Prima di lei, tra l’11 e il 12 agosto (l’estate bresciana è purtroppo densa di episodi tragici) era toccato a Shegushe Paeshti, 55 anni, strangolata in casa dal marito a Calino. Un anno esatto fa (5 novembre 2020), invece, era stata uccisa Viktoriia Vovkotrub, badante 42enne assassinata dall’ex compagno.
Quattro casi, tutti con storie diverse. Ma in Comune c’è sempre la violenza tragica – ingiustificata e ingiustificabile – di un uomo verso una donna che si diceva di amare.
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