Governo cinese contro Brescia. Anzi: contro la libertà di critica ed espressione artistica. Il caso – che ha del clamoroso, ma non è nuovo alle cronache – è scoppiato venerdì, con una lettera ricevuta dalla Loggia a firma dell’ambasciata cinese. Dei fatti – poi ripresi da diversi media nazionali – ha dato conto per primo il Giornale di Brescia nell’edizione odierna.
Nella missiva – secondo quanto si apprende – il governo cinese chiede alla Loggia di cancellare la mostra dedicata all’artista dissidente Badiucao, definito in Banksy cinese, che si terrà dal 13 novembre al 13 febbraio 2022 al Museo di Santa Giulia. Il cui titolo è: “La Cina (non) è vicina. Badiucao, opere di un artista dissidente”.
L’accusa – in sintesi – è di diffondere opere anticinesi, che promuoverebbero informazioni false e metterebbero addirittura in pericolo le relazioni tra i due Paesi (Badiucao, che da un decennio vive in Australia, è già finito nel mirino dell’autorità cinese per questo). Ma – come doveroso – la Loggia ha risposto in maniera ferma, per bocca del sindaco Emilio Del Bono: la mostra si farà, perché in democrazia anche il dissenso è un diritto.
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