Il responso delle urne è piuttosto chiaro. Alle elezioni amministrative del 2-3 ottobre, anche nel Bresciano, ha vinto il partito dei sindaci uscenti e hanno perso le divisioni del centrodestra, di cui l’astensionismo è una parziale conseguenza. Il centrosinistra festeggia, ma per ora resta a guardare, in attesa di capire cosa farà “da grande”.
I comuni al voto erano 26, con 14 sindaci uscenti ricandidati. Ben 12 hanno centrato la conferma. Negli altri due casi gli ex sindaci hanno pagato le divisioni nelle vecchie giunte, che avevano portato al commissariamento dei loro enti e si sono tradotte poi in candidature contrapposte al voto. E’ il caso di Montirone, dove pure ha vinto un esponente dell’asse Lega-Fi, e di Rodengo Saiano, dove l’ormai civico Luigi Caimi – dopo le dimissioni e la rottura con il centrodestra – è arrivato secondo, battuto da Maria Rosa Vitale.
In questo quadro il centrosinistra ha certamente buone ragioni per essere soddisfatto. Importante è stato il risultato di Fabrizio Scuri, che ha vinto di misura a Cazzago, riportando alla coalizione un comune nodale per gli assetti di Cogeme/Lgh. Ma anche la vittoria della Vitale dà una boccata d’ossigeno in più alle speranze di Alghisi di restare fino a fine mandato alla guida della Provincia. Mentre a Bagnolo il sorpasso di Ermelina Ravelli su Filippo Spagnoli (candidato dell’ex sindaco Cristina Almici, passata da Fi a Fdi) è mancato per 32 voti e a Montirone Filippo Spagnoli ha battuto l’ex alleato Stefano Formenti per soli 16 voti.
In tutti i casi, però, un elemento determinante sono state l’unità del centrosinistra e le liti nel centrodestra: se Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia avessero corso compatti non ci sarebbe stata storia. L’astensionismo, pure meno drammatico che in altre zone d’Italia, si inserisce anche in questo contesto: su 104.177 aventi diritto, ha votato il 63,45%, l’8,3% in meno della precedente tornata.
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