Tra gli elementi a carico delle due figlie di Laura Ziliani e del fidanzato della maggiore – secondo gli investigatori – c’è anche quello dei cellulari. Secondo quanto si apprende, infatti, a giugno – quando sono stati indagati – i tre avrebbero consegnato a chi indagava cellulari diversi a quelli utilizzati prima e dopo la scomparsa dell’ex vigilessa (avvenuta a maggio).
I tre arrestati, quindi, avrebbero spiegato di aver venduto i telefoni a un marocchino (il fidanzato avrebbe giustificato l’azione con problemi economici) e di averne acquistati di nuovi successivamente.
A luglio la figlia maggiore aveva poi consegnato il suo vecchio cellulare agli investigatori. E così, successivamente, avrebbero fatto anche il fidanzato e la sorella. Ma tutti e tre i device risultavano resettati alle impostazioni di fabbrica e quindi inutili per le indagini. Una delle tre persone aveva giustificato l’azione con la volontà di non far conoscere fatti della propria privata, mentre gli altri con la volontà di nascondere una relazione “clandestina”.
+++ LAURA ZILIANI: LA RICOSTRUZIONE DELLA SPARIZIONE E DELLE INDAGINI SUL PRESUNTO DELITTO +++
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