L’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Travagliato scomparsa da Temù l’8 maggio e trovata morta l’8 agosto, resta avvolto dal mistero. Ma gli investigatori sono convinti che a ucciderla siano state due delle figlie e il fidanzato della maggiore, che questa mattina sono stati arrestati.
La donna, secondo quanto ipotizzato, sarebbe stata addormentata con farmaci (nel suo corpo sono state trovate benzodiazepine) e uccisa. E il movente sarebbe stato di natura economica.
Laura Ziliani avrebbe infatti avuto un patrimonio significativo: oltre alla casa da cui è scomparsa, la donna aveva altri tre appartamenti a Temù, di cui due affittati da anni. In una delle abitazioni il progetto era quello di realizzare un bed & breakfast (non è chiaro se la donna e le figlie fossero d’accordo) e per finanziare i lavori la madre aveva chiesto alle figlie di utilizzare anche parte delle somme ricevute in eredità. Ma secondo alcune fonti il patrimonio complessivo della donna comprendeva una decina di immobili tra Malonno, Edolo e Brescia città.
L’ipotesi degli investigatori è che i tre volessero sostituirsi alla Ziliani nella gestione del ricco patrimonio. Secondo quanto riferisce il Gdb – che cita un passaggio preciso delle 38 pagine degli atti – al fine di “risolvere i rispettivi problemi economici”. In particolare, stando a quanto emerso, le due figlie (anche per il tramite del fidanzato della grande) avrebbero lamentato a più riprese il fatto che la madre non avrebbe dato loro sufficientemente denaro per le spese personali.
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