Il nome scientifico della specie a cui appartiene è “Diversibipalium multilineatum” ed è un esemplare di Planaria terricola. In una sola parola: un verme.
L’animale pare sia stato trovato dal naturalista Daniel Iversen nella zona dell’Alto Garda, alle foci del fiume Sarca nel territorio trentino di Nago Torbole: si tratterebbe di uno dei primi avvistamenti in Italia di questo esemplare (il primo ufficiale sarebbe avvenuto a Bologna), che pare sia originario del Giappone. Secondo le prime ipotesi il verme sarebbe stato importato all’interno di terriccio e piante provenienti dal continente asiatico.
L’eventuale diffusione dell’animale asiatico, che appare lungo e sottile e con la testa a forma di martello, potrebbe avere gravi conseguenze per gli ecosistemi dei nostri territori: il verme giapponese, attraverso una potente neurotossina che gli consente di aggredire esemplari più grandi di lui, pare si nutra infatti di larve di lombrichi e coleotteri e di lumache.
Tutti questi piccoli animali servono a rendere i terreni fertili e nutrienti per le piante e sono quindi fondamentali per l’ecosistema del suolo. La presenza del verme asiatico rappresenterebbe dunque un pericolo per il territorio del Garda, perché porterebbe ad un impoverimento del terreno che non sarebbe quindi più fertile per le piante.
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