“Scrivere – sottolinea la professoressa Vismara – è un modo per esorcizzare le paure, per questo, in qualità di docente di italiano, ho chiesto ai miei alunni di 3APSC e 3ASIA (indirizzo professionale e tecnico) di dare voce alla preoccupazione e alla rabbia che hanno covato nel silenzio. I lavori che hanno presentato sono a tratti ingenui, ma genuini e sinceri. Scrivono infatti – continua – di sentimenti che ci accomunano tutti, la nostalgia della normalità ‘Si apprezzano le cose quando le perdi, quando perdi ciò che chiamavi banale, ma che ora consideri fondamentale’, lo smarrimento di fronte al futuro: ‘il tempo è sospeso sulle nostre teste ed è come se giocassimo a mosca cieca. Il fatto è che siamo tutti bendati. Avanziamo verso l’ignoto’. Ma parlano anche di speranza: ‘Questo fiore sarà pronto a risplendere in primavera….abbatteremo anche questa barriera e torneremo a riprenderci la scena’”.
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