Lancette avanti di un’ora alle 2 del mattino di domani, domenica 28 marzo: scatta infatti l’ora legale, che lascerà il passo all’ora solare il 31 ottobre prossimo.
Un cambiamento che ogni anno – in Italia l’ora legale esiste dal 1966 – ci fa storcere il naso, per quei sessanta minuti in meno che saranno recuperati solo in autunno e per i diversi effetti collaterali che tale azione può provocare all’uomo, tra cui difficoltà nel sonno e nella concentrazione, ma anche un aumento dei livelli di stress. La pratica, però, trova ragione anche in alcuni vantaggi innegabili: primo su tutti il risparmio energetico, reso possibile dalle ore di luce in più, che ha anche una ricaduta economica con un risparmio in bolletta.
Questa, però, potrebbe anche essere l’ultima volta che spostiamo le lancette dell’orologio in avanti. Il tema, in realtà, è da tempo discusso in Unione Europea, che ha lasciato tempo (sino alla fine del 2021) e spazio ai singoli Paesi di prendere una decisione in merito. L’Italia è favorevole all’ora legale, così come altri Paesi, soprattutto quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Diversa invece la posizione dei Paesi del Nord Europa che sembrano preferire l’abolizione del cambio d’ora.
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