All’età di 101 anni si è spento – anzi, ha scritto la penultima pagina della sua vita – Lawrence Ferlinghetti, poeta della beat generation e proprietario della leggendaria libreria City Lights di San Francisco.
Ferlinghetti era cresciuto a Strasburgo con la madre ed era arrivato negli Usa a 19 anni. Ma era di origini italiane: era, infatti, figlio del bresciano Carlo Leopoldo Ferlinghetti (morto alcuni mesi prima della nascita del figlio, a soli 46 anni) e di Lyons Albertine Mendes-Monsanto che aveva origini francesi, ebree sefardite e portoghesi (ricoverata in manicomio poco dopo).
L’editore-poeta tornò nella provincia del padre (secondo alcuni la famiglia sarebbe originaria di Chiari, secondo altri della Valtrompia) solamente nei primi anni 2000, quando era già ultraottentenne, recandosi a Chiari e a Brescia alla ricerca delle sue origini. Nel 2005 Ferlinghetti, in Italia per partecipare a un convegno a Trento, passò da Brescia e si avventurò nel Carmine per cercare le sue origini (pare che il padre fosse nato 14 marzo 1872 proprio in via delle Cossere 20): suonò a un citofono, ma la padrona di casa chiamò le forze dell’ordine, che lo arrestarono per aver violato la legge Bossi-Fini.
Ma anni dopo l’accoglienza fu ben altra. Nel 2017, infatti, Lawrence ottenne la cittadinanza onoraria dal comune di Brescia e gli venne dedicata una mostra dal titolo “A life: Lawrence Ferlinghetti, Beat Generation, ribellione e poesia”.
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