“Con una decina di giorni di ritardo la provincia di Brescia è stata inserita in zona arancione rafforzata. È ogni giorno più evidente che per i governanti di questa regione nel binomio salute-economia il primo corno fa fatica, molta fatica, ad assumere la priorità”. A dirlo, in una nota, è il segretario provinciale di Articolo Uno Paolo Pagani che prende di mira l’ordinanza di Fontana.
“L’ordinanza – si legge ancora – contiene una forte anomalia: tutte le scuole chiuse, ma negozi aperti. Anzi una seconda: una validità di soli 6 giorni, come se non si sapesse, per un’esperienza ormai di un anno, che servono almeno 15 giorni per piegare la curva. Infine un cenno alla categoria del congruo anticipo. Dopo aver, strumentalmente, alzato alte grida contro la proroga della chiusura degli impianti di sci, comunicata il giorno prima, l’ordinanza è entrata in vigore 6 ore dopo. Si vede che la nozione di congruo anticipo ha una sua declinazione lombarda. La verità è la lotta contro il virus impone che allo stesso non si può dare il tempo di organizzarsi. Oltre ogni ipocrisia. L’auspicio – conclude Pagani – è che ora si veda la necessaria accelerazione, compatibilmente con le dosi assegnate, nella campagna di vaccinazione degli over 80 e delle categorie fragili”.
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