(a.t.) I cittadini di Brescia voteranno nel 2023 per eleggere il nuovo sindaco. E se è difficile definire lo scenario con cui gli schieramenti arriveranno all’appuntamento (due anni italiani, sul versante degli equilibri politici, appaiono oggi molto vicini al mezzo secolo), la certezza è che il centrosinistra potrà godere su due elementi di traino. Il primo è il sindaco uscente, Emilio Del Bono, che – in contemporanea – potrebbe essere chiamato anche a rappresentare il centrosinistra in Regione. Il secondo è il fatto che il 2023 sarà anche l’anno delle celebrazioni di Brescia come capitale italiana della cultura: un grande spot per la maggioranza uscente.
Fatte queste premesse, nell’alleanza che guida oggi la Loggia, la corsa per la successione di Del Bono – già partita – appare decisamente incerta. Sul fronte interno, i nomi che circolano sono numerosi, a partire da quello del vicesindaco Laura Castelletti: donna (e sarebbe una novità a sinistra), delegata alla Cultura e figura molto nota in città. Ma non è detto che Castelletti lasci il suo ambito per un incarico gravoso, e spesso ingrato, come quello del (candidato)sindaco. Per la giunta, ancora, “candidati” sono Valter Muchetti (assessore a Rigenerazione urbana, Commercio, Valorizzazione Patrimonio immobiliare e Protezione civile) e l’assessore alla Mobilità Federico Manzoni: giovane, di fede popolare e ben inserito negli ambienti culturali che da sempre influiscono sulle scelte del centrosinistra. Ma a sinistra, sempre in quota Pd, c’è anche l’ipotesi di Roberto Cammarata, presidente del consiglio comunale la cui figura non dispiace all’ala ex Pc-pds e, in caso di accordo organico, anche ai cinquestelle. Il quadro politico, infine, si completa con i nomi del deputato Alfredo Bazoli, di cui era già parlato in occasione della scelta del rivale di Paroli, e dell’avvocato Mario Gorlani (anche lui spesso “citato” negli ultimi anni).
Ma nel dibattito interno all’alleanza sono in molti a sottolineare la necessità di cercare una figura esterna, che sappia allargare il perimetro dell’alleanza. Il nome che circola con maggiore frequenza è quello del rettore della Statale Maurizio Tira, ma non mancano i dubbi sulla sua “attrattività” elettorale. Mentre al campo delle pure fantasie – non essendo mai stati nemmeno sondati, a quanto risulta – appartengono almeno per ora i nomi di Roberto Saccone (presidente della Camera di commercio, che sembra gradito anche al centrodestra) e Ottavio Di Stefano (presidente dell’Ordine dei medici).
La rosa, insomma, è ampia e l’esito del confronto – non ancora iniziato, ufficialemente – tutt’altro che scontato. Ma la certezza è che il centrosinistra, visto oggi, non potrà accontentarsi di un’operazione elettorale “chiusa” entro il perimetro attuale: per vincere e battere il centrodestra dovrà mettere in campo – come ha spesso fatto in passato – un’operazione di allargamento. Guardando a sinistra, all’elettorato cinquestelle, al civismo moderato (come l’ex consigliere Francesco Onofri) e al mondo cattolico.
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