Oltre 4mila firme in soli due giorni. A tanto ammontano le adesioni della campagna on line lanciata dai Legambiente Franciacorta e Comitato No Porte Franche 2 per esprimere la contrarietà “al progetto faraonico della Concert Hall di Erbusco”.
“La Franciacorta, terra nota in tutto il mondo per i suoi pregiati vini – si legge nel testo (QUI TROVATE IL LINK) – è un territorio che mantiene una propria bellezza e attrattività evidenziata da un patrimonio storico-architettonico, paesaggistico e enogastronomico notevolissimo. Non è quindi accettabile la proposta di realizzare una Concert Hall da 6000 posti sbancando e cementificando un’intera collina, scempio già chiaramente bocciato dai cittadini di Erbusco in una consultazione popolare del 2016. La Franciacorta non ha bisogno di questo eco-mostro che cancellerebbe una collina di circa 53.000 metri quadri, ma di proposte culturali di qualità da praticarsi in modo diffuso negli incantevoli borghi dei 22 comuni presenti sul territorio, anche in vista di Brescia e Bergamo capitali della Cultura 2023″.
Sul fronte opposto, ben altri numeri ha raccolto la petizione lanciata due mesi fa, che definisce il “Franciacorta Concert Hall una vera possibilità e opportunità culturale per l’Europa”. Le sottoscrizioni sono ferme a quota 280 (QUI TROVATE IL LINK).
E nel fronte dei contrari, oltre a un numero crescente di amministrazioni comunali, è schierata con decisione anche il consigliere regionale Viviana Beccalossi. “Ho firmato convintamente la petizione che chiede di fermare il progetto del Franciacorta Concert Hall. Le migliaia di firme raccolte in poche ore sono la più chiara dimostrazione che i cittadini non vogliono quest’opera faraonica e la politica dovrebbe prenderne atto”, scrive l’ex esponente di An in una nota. Come noto – prosegue – ho da sempre espresso tutta la mia contrarietà a questo progetto che mette a serio rischio l’equilibrio ambientale e paesaggistico di un’area tutelata. Ben vengano, quindi, tutte le iniziative che puntano a fare sentire la voce di un territorio che non vuole subire l’ennesima cementificazione. La sonora bocciatura di un tentativo simile avvenuta con il referendum del 2016 – conclude Viviana Beccalossi – è stata forse da qualcuno dimenticata troppo in fretta. Ma come allora, la gente di Franciacorta si sta giustamente mobilitando per fare sentire la sua voce”.
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