Sedici anni di carcere. La Corte d’appello di Brescia ha confermato la condanna a carico di Fabrizio Pasini, l’ex sindacalista della Uil di Brescia (residente a Ospitaletto) che il 28 luglio del 2018 ha ucciso la collega Manuela Bailo, con cui aveva da tempo una tormentata relazione extraconiugale.
Dopo il delitto, come noto, il 50enne aveva nascosto il corpo della giovane di Nave in una cascina abbandonata di Azzanello, nel Cremonese, ed era partito per le vacanze con la famiglia. Facendo di tutto per depistare le indagini. Ma gli investigatori non ci hanno messo molto a incastrarlo e il 20 agosto ha confessato.
In primo grado, con rito abbreviato (e pena ridotta di un terzo), il Gup aveva escluso la premeditazione. Circostanza – che avrebbe potuto costargli 30 anni di carcere – esclusa anche in appello. I familiari della vittima hanno manifestato grande delusione per la sentenza, definita – come riportato da diversi giornali – troppo esigue rispetto alla gravità di quanto accaduto.
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