A lungo si è sentito dire che le mascherine servono soltanto a chi è malato per evitare di diffondere il contagio nell’ambiente circostante. Poi la comunicazione – anche se l’Oms non è mai stata molto chiara sul punto – è cambiata: le mascherine servono e devono indossarle tutti, quando possono. Dove sta la verità? Quali sono le mascherine migliori contro il Covid? Cosa bisogna fare per essere davvero protetti? Tutte proteggono se stessi e gli altri nel medesimo modo?
Di seguito – in questa breve guida e negli approfondimenti che trovate in calce alla pagina – proviamo a rispondere alle domande dei lettori, che in gran numero ci hanno chiesto di fare chiarezza sull’argomento.
Ma prima bisogna rispondere a un quesito basilare: Le mascherine chirurgiche sono utili a fermare il contagio da Coronavirus oppure non servono a niente? Citando fonti ufficiali abbiamo provato a rispondere a questo link. Ma ora entriamo nel dettaglio e vediamo quali mascherine possono servire a fermare il Coronavirus e come sono classificati i dispositivi di protezione individuale, a seconda del tipo di protezione che forniscono e del tasso di copertura.
(articolo aggiornato il 04.11.2020)
Non tutte le mascherine, ovviamente, sono utili allo stesso modo contro il Coronavirus. Le mascherine antismog, le mascherine filtranti prodotte in deroga (o le banali sciarpe consentite dalla Regione Lombardia) e quelle chirurgiche – a diverso titolo – sono poco utili: solo quelle DPI FFP2 o 3 garantiscono una protezione davvero efficace per se stessi e per gli altri (se senza valvola e usate corrrettamente, secondo le procedure sanitarie indicate), ma anche altre possono ridurre il rischio di contagio. Di seguito cerchiamo di spiegare meglio perché.
Le mascherine antismog, le mascherine antipolvere, le mascherine per saldatori e le FFP1, offrono soltanto una blanda protezione contro la diffusione del contagio da parte di persone malate e non assicurano alcuna protezione a chi le indossa dal contagio. Le mascherine chirurgiche, in particolare, sono dispositivi medici (solitamente marcati CE, certificazione che attesta la rispondenza alla Direttiva 93/42/CE, o comunque di pari livello) progettati per proteggere i pazienti in situazioni specifiche, come un’operazione chirurgiche, ma non proteggono il medico o l’infermiere che le utilizza, poiché non hanno un bordo di tenuta sul viso e non comprendono un sistema filtrante. Possono essere comunque utili per bloccare il virus sospeso nell’aria con starnuti e tosse (in molti reparti ospedalieri bresciani – ovviamente non in quelli “di frontiera” – i medici indossano queste e parliamo delle mascherine in vendita oggi a 50 centesimi, anche se non è facile trovarle) ma non sono sufficienti a garantire una sicurezza totale a chi vuole o deve difendersi dal Coronavirus. Quando l’obiettivo è proteggere se stessi dai virus, infatti, bisogna indossare le mascherine – purtroppo più costose – mascherine FFP2 o FFP3, su cui trovate un approfondimento qui. Tali mascherine – se indossate da tutti – sono comunque utili a limitare la diffusione del virus nell’aria e da questo principio derivano le recenti decisioni della Regione Lombardia di imporre la protezione di bocca e naso (anche con una sciarpa) quando si esce di casa.
Una nota importante prima di proseguire nella lettura: le mascherine con valvola sono sconsigliate a pazienti malati o potensialmente malati, perché non fermano la difffusione del contagio.
Le mascherine utili a evitare il contagio da Coronavirus sono quelle classificate come DPI FFP2 e FFP3, conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 149:2009 (oltre che marcate CE). Le sigle citate indicano il livello di protezione filtrante: le FFP2 filltrano particelle solide e liquide, garantendo una protezione del 92%. Mentre le FFP3 sono maschere (dotate di una valvola di espirazione in sola uscita che si apre per fare uscire il fiato: durante tale fase la membrana di gomma si sposta mettendo in comunicazione l’interno del facciale con l’ambiente esterno e pertanto non devono essere indossate da soggetti positivi per non diffondere il virus) che garantiscono una protezione del 98%, anche contro agenti molto fini come l’amianto.
Il principio di base, però, è che nessuna mascherina serve a fermare il Covid se non è indossata correttamente, perché rischia di diventare inutile. Dunque è importante seguire le istruzioni del fabbricante, verificando la corretta tenuta della maschera rispetto al volto: assicurandosi cioè che aderisca totalmente alla pelle e copra ill viso fin sotto al mento. Prima di prenderla in mano, inoltre, bisogna lavarsi accuratamente con naso o disinfettanti idroalcolici. Quando si indossa la mascherina riutilizzabile è opportuno poi sostituirla (da dietro, senza toccare la parte anteriore) secondo indicazioni del produttore e comunque quando diventa umida: le monouso, invece, vanno buttate ogni volta che vengono tolte. Lavandosi poi le mani: un’altra misura essenziale per combattere il Coronavirus.
Si è tenuta nei giorni scorsi presso la sede di Confartigianato Brescia di via Orzinuovi 28 l’elezione…
Sono pesanti le presunte irregolarità contestate dalle forze dell'ordine a un'azienda tessile di Prevalle alla…
«Ogni infortunio, fino alle ultime intollerabili disgrazie avvenute nelle ultime settimane sul nostro territorio, interrogano…
Domenica 12 maggio torna il “Pic Nic d'epoca - Le déjeuner sur l'herbe”, evento organizzato…
Caos e code nelle farmacie bresciane dopo che la Regione ha fissato nel 30 marzo…
La maggioranza di Salò finisce a pezzi e si apre dunque la possibilità che, dopo…