Cazzago rischia di restare senza sindaco. Secondo quanto si apprende, infatti, la maggioranza dei consiglieri comunali eletti – sei quelli del centrodestra, quattro delle minoranze – ha depositato dimissioni irrevocabili dalla carica: una mossa che comporterebbe l’immediata decadenza della giunta e del sindaco. Ma che potrebbe scontrarsi con un cavillo formale che potrebbe mantenere il sindaco al suo posto.
A originare la crisi era stata la decisione del primo cittadino Giuliano Mossini di sfiduciare l’assessore ai Lavori pubblici, Commercio e Attività produttive Flavio Rubaga “per il venir meno del rapporto fiduciario”. Una decisione a cui era seguita anche la dura reazione del compagno di giunta Damiano Gandossi (Lega).
In un comunicato durissimo pubblicato sul sito ufficiale del Comune, Mossini aveva parlato di una decisione presa a causa di presunti insulti personali ricevuti e di divergenze nella gestione di alcune tematiche. Accuse che Rubaga ha respinto in toto al mittente, riservandosi – secondo quanto riferisce l’edizione odierna del Giornale di Brescia – di “prendere provvedimenti (anche legali) per difendere la propria immagine”.
Uno scontro che ha portato alla rottura nella maggioranza, a cui ha dato sponda la minoranza con tre consiglieri della lista di Patrizia Belli e Mariateresa Castellini. Ma ora il caso è nelle mani della prefettura.
Il sindaco Mossini, infatti, ha convocato d’urgenza un consiglio comunale, fissandolo per le 20.30 del 9 novembre. Pare appoggiandosi a un cavillo formale. I consiglieri ribelli, infatti, non avrebbero fatto protocollare le dimissioni tutti insieme e Mossini – dopo i primi cinque, numero non sufficiente a far cadere la giunta – avrebbe protocollato d’urgenza la richiesta di consiglio per la surroga. Ora la battaglia si sposta dunque sul fronte formale, ma di certo la maggioranza è a rischio.
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