di Enrica Recalcati – Questa mostra ospitata al Mo.Ca, curata da Albano Morandi e presentata da Federica Picco, ci invita a scoprire il mondo esistenziale di Iros Marpicati. Un artista nativo di Ghedi che dopo gli studi in Accademia, prima a Bergamo poi a Milano, decide di iscriversi alla Facoltà di Architettura del Politecnico. Non si laurea, ma scopre e mostra una vocazione particolare per l’arte contemporanea, tesa allo svuotamento del sé, e con un grido soffocato, ma efficace, comunica l’angoscia del vivere.
La prima mostra nel 1957 alla galleria Spotorno di Milano, per esporre poi in importanti ambiti come la Fondazione Stelline a Milano, il Chiostro del Bramante a Roma, la Casa del Mantegna a Mantova, il Museo MIIT di Torino. Scelto da Vittorio Sgarbi e Daniele Radini Tedeschi per le Biennali di Venezia del 2011 e 2015. Di lui hanno scritto i critici Valsecchi, De Micheli, Elena Pontiggia e Luca Beatrice. Le prime opere a tema contadino, poi ispirate dalla tragedia del Vajont, successivamente gli “Indicenti” e i “Paesaggi”. La sua ricerca, in continua evoluzione, segue sempre il filo rosso dell’esistenzialismo contemporaneo, dove l’uomo fulcro e mistero aleggia piccolo e sparuto in spazi stratosferici. In questa mostra possiamo vedere le sue opere più recenti. Geometrie astratte e campiture piatte, colori primari, linee essenziali. Le figure sono fredde, inospitali, spietate. L’uomo, se rappresentato, è una sagoma nera, minuscola, senza identità, immobile, pare disorientato in una spazialità nevrotica e ostile. Si percepisce chiaramente l’alienazione del vissuto contemporaneo, male inguaribile di una società opprimente. Su cartone Scholler intelaiato e con tecnica mista ci rappresenta i suoi Paesaggi verticali, l’Agonia di una mantide, le suite liriche, i quartetti musicali e i canti sospesi. Iros Marpicati crea intorno alle sue opere quell’illusione della fuga, mantra di speranza, desiderio di pace, desiderio silente di nuovi approdi.
Iros Marpicati. Inospiti.
Mo.Ca.
Palazzo Martinengo Colleoni
primo piano di Via Moretto, 78
dal 17 ottobre al 15 novembre 2020
dal martedì alla domenica
dalle 15 alle 19
ingresso libero
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