E’ fuggito dalla Camorra e ha trovato una nuova vita, di successo, nel Bresciano. E’ la storia esemplare di Ciro Di Maio, titolare di Pizza Madre, che grazie alla passione per la cucina è riuscito a scappare da un passato familiare fatto di inquietudini. Il padre, infatti, era un ex camorrista, ma ha deciso di abbandonare il clan – pagando un prezzo molto caro – proprio per proteggere il futuro dei suoi figli.
Frattamaggiore, infatti, è un comune del Napoletano di cui si occupa più la cronaca giudiziaria che non quella enogastronomica. Trentamila abitanti, povertà diffusa e la Camorra come unica via per arrivare a fine mese. Nel 1990 è qui che è nato Ciro. Mamma casalinga, papà che oscilla tra lavoretti senza futuro e le sirene della malavita, sorelle che si portano a casa il lavoro da calzolaie per pagare le bollette. A 14 anni ha iniziato a lavorare, poi si è iscritto all’Alberghiero, ma a 18 anni ha lasciato gli studi e ha iniziato a lavorare. Spronato dal padre Eugenio (“Geggè”) che “ha scelto di farci vivere in povertà proprio per non farci tentare dalla ricchezza, l’esca della camorra per tanti ragazzi”.
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